Usa e Giappone hanno condotto esercitazioni militari congiunte per prepararsi all’eventualità di uno scontro tra la Cina e Taiwan. Intanto, i legami di Tokyo con Taipei sono sempre più forti
Secondo sei fonti anonime sentite dal Financial Times, gli Stati Uniti e il Giappone hanno condotto simulazioni di guerra ed esercitazioni militari congiunte per prepararsi all’eventualità di un conflitto tra la Cina e Taiwan. L’isola è di fatto un Paese a sé ma Pechino vi rivendica la propria sovranità e dice di voler giungere alla “riunificazione”: il Presidente cinese Xi Jinping, nel suo discorso per i cento anni del Partito comunista, ieri, ne ha parlato come di un “compito storico incrollabile”.
La collaborazione militare per Taiwan
Stando agli informatori del Financial Times, gli apparati militari di Washington e Tokyo hanno iniziato a organizzarsi seriamente per rispondere a un’invasione cinese di Taiwan nell’ultimo anno dell’amministrazione dell’ex Presidente Donald Trump. Lo hanno fatto attraverso simulazioni da tavolo top-secret ed esercitazioni nel Mar Cinese meridionale e nel Mar Cinese orientale.
È in quest’ultima zona dell’Oceano Pacifico che si trovano le isole Senkaku, giapponesi ma rivendicate sia dalla Cina (con il nome di isole Diaoyu) che da Taiwan (come isole Diaoyutai). Delle due, le pretese che agitano Tokyo sono quelle che arrivano da Pechino, diventata potente e assertiva dentro e fuori i propri confini.
Tre delle fonti hanno detto al quotidiano britannico che nel 2019, vista la minaccia cinese alle Senkaku, l’allora Primo Ministro del Giappone Shinzo Abe decise di ampliare “significativamente” la pianificazione militare con gli Stati Uniti. Questa cooperazione prosegue ancora oggi, nonostante il doppio cambio di amministrazione: a Trump è succeduto Joe Biden, ad Abe Yoshihide Suga.
Oltre a ribadire come gli indirizzi strategici generali tendano a non stravolgersi con i passaggi di potere, la prosecuzione di questi contatti si deve anche al fatto che la marina militare, l’aeronautica e la guardia costiera della Cina si sono fatte più numerose e più attive sia nei pressi delle Senkaku che nei cieli e nelle acque vicino Taiwan. Il 15 giugno si sono contate 28 incursioni di caccia cinesi nella zona di identificazione di difesa aerea taiwanese: un record, ma non un fatto isolato.
Pechino vuole che l’unificazione con Taipei avvenga in maniera pacifica, ma non esclude l’uso della forza. Philip Davidson, che è stato comandante del Comando americano dell’Indo-Pacifico fino all’aprile scorso, pensa che la Cina attaccherà Taiwan “durante questo decennio, in realtà nei prossimi sei anni”. Non è detto che la sua previsione si avvererà, ovviamente – l’invasione di Taiwan è complicata dalla geografia del territorio: coste inadatte allo sbarco; montagne e piane di marea dove è difficile avanzare –, e ad oggi uno stravolgimento dello status quo non sembra né probabile né conveniente per nessuno.
Perché Taiwan è importante per il Giappone
La logica non cancella comunque il fatto che l’aggressività delle forze armate cinesi preoccupa gli Stati Uniti e il Giappone, e li avvicina. Negli anni scorsi Tokyo ha anche elaborato una nuova interpretazione della propria costituzione pacifista (perché redatta dopo la Seconda guerra mondiale) per garantirsi la possibilità di difendere gli alleati sotto attacco.
I legami tra il Giappone e Taiwan sono intanto sempre più forti. Pochi giorni fa il Ministro della Difesa Nobuo Kishi ha detto che bisogna “svegliarsi” e proteggere Taipei, perché la sicurezza dell’isola si lega direttamente a quella nazionale. È vero: per lo stretto di Luzon, a sud di Taiwan, passano le rotte marittime solcate dalle metaniere che portano il gas in Giappone, un Paese povero di risorse energetiche; Taiwan, poi, è uno dei due cuori dell’industria dei semiconduttori necessari ai produttori nipponici di elettronica.
Se Pechino controllasse Taipei, per Tokyo si creerebbe un problema di vulnerabilità strategica. Senza contare che le isole Senkaku sono appena a qualche centinaio di chilometri a est.
Il ruolo militare del Giappone per l’America
Nel caso in cui scoppiasse una crisi militare tra Cina e Taiwan e gli Stati Uniti decidessero di intervenire, avrebbero bisogno di accedere alle basi aree in territorio giapponese.
Il Financial Times scrive, riportando la dichiarazione di un anonimo funzionario, che Washington e Tokyo dovrebbero creare al più presto un meccanismo trilaterale con Taipei per la condivisione di informazioni sui movimenti navali e aerei delle forze cinesi. Al momento esistono degli scambi di dati, ma indiretti: da Taiwan al Giappone, cioè, e poi dal Giappone agli Stati Uniti.
Usa e Giappone hanno condotto esercitazioni militari congiunte per prepararsi all’eventualità di uno scontro tra la Cina e Taiwan. Intanto, i legami di Tokyo con Taipei sono sempre più forti