Si tratta del primo schieramento di forze militari dal 2003. L’obiettivo è il contenimento dell’Iran e la tutela del fondamentale alleato saudita
Gli Stati Uniti manderanno truppe, mezzi e sistemi militari in Arabia Saudita per la prima volta dal 2003. Lo schieramento di forze fungerà, a detta del Pentagono, da “deterrente ulteriore” nei confronti dell’Iran. L’annuncio, quindi, si inserisce pienamente nella “guerra psicologica” tra Washington e Teheran e ha preceduto di poche ore la notizia del sequestro – da parte dell’Iran – di una nave petroliera britannica nello stretto di Hormuz.
Gli Stati Uniti hanno lasciato l’Arabia Saudita nel 2003: erano arrivati nel 1991, quando l’Iraq di Saddam Hussein invase il Kuwait. Il ritorno, sedici anni dopo, consisterà in 500 militari, sistemi missilistici e caccia F-22: truppe e mezzi saranno schierati nella base aerea Principe Sultan, nel deserto ad est della capitale Riad.
Gli Stati Uniti si impegnano così a proteggere l’Arabia Saudita – importante partner in Medio Oriente – dalle minacce missilistiche iraniane. Un impegno che dimostra ancora una volta, come scrive la CNN, che l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi non ha danneggiato in alcun modo la cooperazione strategica tra Washington e Riad.
La vicinanza pressoché incondizionata all’Arabia Saudita rappresenta uno dei cardini della politica estera di Donald Trump: in una fase di scontro con l’Iran – ma l’obiettivo ultimo sono i negoziati, non la guerra –, la Casa Bianca vede in Riad un alleato cruciale.
Nonostante l’agenda estera di Trump risponda al principio del non-interventismo, il mese scorso il Ministro americano della Difesa aveva annunciato l’invio di altre 1000 truppe in Medio Oriente in funzione anti-Iran. La metà di queste, come visto, andranno in Arabia Saudita.
@marcodellaguzzo
Si tratta del primo schieramento di forze militari dal 2003. L’obiettivo è il contenimento dell’Iran e la tutela del fondamentale alleato saudita