Cosa hanno in comune la cinta urbana di Montevideo, dove gli ultras del Peñarol trasformano un anonimo tratto autostradale in una variopinta dichiarazione di orgoglio per una nazione immaginaria all’interno di quella ufficiale, una periferia povera di Panama mutata in attrazione turistica dalla testardaggine di centinaia di abitanti armati di pennelli e di vernice, la creazione di giardini temporanei in aree dimenticate del centro storico di Dublino, l’attivismo civico nelle zone svantaggiate della Spagna, dove i segni della crisi del 2008-2010 lasciano spazi una volta reclamati senza interruzioni dalle aziende private?

“Ciudad Furor”, rassegna messa in piedi dal Latin America Solidarity Center (Irlanda) e da “CinemaAttic Productions”, col sostegno del Ministero spagnolo per l’Educazione, la Cultura e lo Sport, ha cercato di riconnettere attraverso il documentario cinematografico una metropoli immaginaria dove tutte queste periferie potessero incontrarsi.
L’immaginazione ha reso concretamente possibile, in molte città del mondo, una riappropriazione di territori urbani, per consentirne la fruizione alla cultura o semplicemente alla vista. Questi quartieri sono stati strappati così al mercato ed all’oblio in cui erano stati relegati, da barriere vere e proprie o da confini sociali invisibili ma palpabili.
I film scelti hanno mostrato come le strade possono diventare un diario dove i cittadini si esprimono, sottolineano gli organizzatori della rassegna svoltasi al Film Base, a Temple Bar a Dublino, seguita da approfonditi corsi di produzione audiovisiva urbana al Latin America Solidarity Center (LASC) di Dublino il 10 e l’11 novembre, a cura della associazione spagnola “La Claqueta”. L’insegnante, Lucía Andújar Llosa, è anche una regista i cui studi e lavori audiovisivi si concentrano sulle tecnologie narrative e digitali come strumenti per il cambiamento sociale.
“Questa è una riflessione sul tessuto urbano di Dublino e sulle iniziative dal basso – dicono gli organizzatori – per riconfigurare spazi pubblici per fini culturali, economici o sociali. La maggior parte delle grandi aree urbane in America Latina ed in Spagna stanno attraversando un costante processo di rinnovamento, espressione della tenacia di comunità capaci di modificare il loro ambiente per abbracciare i differenti contesti urbani esistenti nelle città. Gli abitanti dirigono questi mutamenti”.
La rassegna è partita il 7 novembre con la presentazione di Carlos Redondo (direttore di CinemAttic) e di Patrick Bresnihan e Michael Byrne (Provisional University) e con la proiezione del film uruguayano “Manyas”; l’8 novembre si è discusso di progetti culturali e sociali, la serata è stata moderata da Andrew Montague, consigliere del Labour nel consiglio comunale di Dublino ed in passato sindaco della capitale irlandese, con la partecipazione delle start up Urban Farm, Upstart, Bradog (tutte realtà di Dublino) e di Acceso Ya (Argentina) e si è conclusa con la proiezione dei documentari “Somos Luz” (Panamà-Spagna) e Ziztadak/Tàbanos (Spagna) mentre il 9 novembre sono stati proiettati i documentari “Luz nas Vielas” (Brasile/Spagna), 50cm above the ground (Cile), “El Bellavista” (Uruguay).
