L’Unione europea sta cercando di ridurre la dipendenza dalle tecnologie statunitensi anche per i servizi di pagamento, promuovendo l’internazionalizzazione dell’euro
La ricerca dell’Unione europea di un’autonomia dalle tecnologie statunitensi passa anche per i servizi di pagamento. A dividersi questo mercato europeo, infatti, sono due sole società, entrambe americane: Visa e MasterCard. I dati più recenti, del 2016, mostrano che oltre i due terzi dei pagamenti tramite carta effettuati nel blocco sono riconducibili ai loro circuiti.
Ridurre il peso degli Stati Uniti nel settore permetterebbe allora a Bruxelles sia di rafforzare l’industria finanziaria domestica, sia di portare sotto il suo controllo – e sottoporli così alle proprie regole sul trattamento e la privacy – grandi quantità di dati personali.
L’Iniziativa europea sui pagamenti
Già a luglio dell’anno scorso alcune delle banche principali dell’eurozona si sono riunite nell’Iniziativa europea sui pagamenti (EPI): ne fanno parte istituti come UniCredit, Deutsche Bank, BNP Paribas e ING. L’obiettivo è quello di istituire una “soluzione unificata” utilizzabile in tutta Europa e creare un “nuovo standard” nelle modalità di pagamento digitale nei negozi, online e peer-to-peer; nel prelievo di contanti; nelle transazioni internazionali.
Come fa notare Politico, però, è possibile che questi propositi teorici non si realizzeranno mai. Le banche europee avevano già provato a coalizzarsi in un progetto simile nel 2011 (il Progetto Monnet), salvo poi abbandonarlo per la sua sconvenienza economica e per la mancanza di un sostegno politico. Almeno su quest’ultimo punto, tuttavia, oggi le cose sembrano essere diverse: l’EPI è appoggiato dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali di Francia e Germania, i due “motori” principali dell’Unione.
L’EPI dovrebbe venire lanciata nella prima metà del 2022 e si concentrerà, all’inizio, sulla semplificazione dei servizi di pagamento istantaneo per i consumatori e le piccole imprese. Poi, dal 2023, passerà a offrire carte di debito e di credito nonché “portafogli digitali” accessibili da smartphone: ovvero dei contenitori virtuali di fondi economici utilizzabili per fare acquisti e per scambiarsi denaro. La fase di messa in atto dell’iniziativa in tutte le sue parti, inclusa l’accettazione internazionale delle transazioni effettuate tramite questo sistema, dovrebbe proseguire fino al 2025.
L’EPI e l’euro digitale
Per la sua relativa rapidità di dispiegamento, l’iniziativa sui pagamenti dovrebbe inoltre servire a bilanciare i tempi lunghi di valutazione e implementazione dell’euro digitale.
Si tratta di una valuta equivalente alle banconote e alle monete ma in formato elettronico, che risponde grossomodo – ma con una scala certamente maggiore – agli stessi obiettivi economici e geopolitici dell’EPI: ridurre l’influenza in Europa degli operatori privati e stranieri (Visa e MasterCard; in futuro forse anche Ant Group); portare i dati sui pagamenti sotto la gestione di Bruxelles; promuovere l’internazionalizzazione dell’euro sfidando il dollaro statunitense e, in prospettiva, lo yuan cinese.
L’Unione europea sta cercando di ridurre la dipendenza dalle tecnologie statunitensi anche per i servizi di pagamento, promuovendo l’internazionalizzazione dell’euro