«L’anno scorso ho scoperto che il mio capo utilizzava la carta di credito aziendale per comprare vestiti, quadri preziosi , regali, video porno». Così racconta Andrea Franzoso che ha deciso di denunciare le irregolarità riscontrate nella propria azienda. È questo ciò che i fanno i Whistleblowers, semplici cittadini che hanno deciso di denunciare e contrastare l’illegalità in nome di un interesse collettivo, il bene comune.
La corruzione è una piaga enorme in Italia e anche in Europa: i costi economici sostenuti a causa della corruzione in Europa ammontano a 120 miliardi di euro all’anno, l’1% del Pil comunitario, secondo dati della Commissione Europea.
Troppo spesso viene tollerata per paura di essere rimossi dal proprio lavoro, di subire minacce o per abitudine al sistema. E non è raro che questa tolleranza finisca per coinvolgere in prima persona allargando il cerchio dei collusi e dei complici fino a costituire un mondo fatto di corruzione a piccoli e grandi livelli. Chi denuncia non riceve sufficienti tutele e protezione: spesso perde il lavoro e finisce purtroppo nella gogna mediatica, la vita può cambiare radicalmente.
Nuove regole per proteggere chi denuncia
Al Parlamento Europeo è stata presentata l’iniziativa “A change of Direction” , un progetto di ricerca e supporto cofinanziato dalla DG Affari Interni della Commissione Europea che ha lo scopo di promuovere e stabilire un nuovo e integrativo quadro normativo di ricerca, implementazione delle regole e sostegno pubblico per la regolamentazione del whistleblowing in Europa che rientra nella strategia anti-corruzione. La squadra del progetto sta attualmente lavorando su una bozza di direttiva sul whistleblowing che dovrebbe servire come quadro complessivo per l’Unione Europea e i suoi stati membri.
Tra i paesi più corrotti sicuramente la Romania dove un terzo dei cittadini interrogati in un sondaggio di Transparency International ha ammesso di aver pagato tangenti nell’ultimo anno per ottenere servizi pubblici, in Lituania risponde in questo modo un quarto, in Ungheria un quinto. In generale un quarto dei cittadini considera i politici, i funzionari di governo e gli uomini d’affari come persone altamente corrotte, tre su cinque pensano che possano influenzare i governi. Allo stesso tempo sono proprio i cittadini che pensano che il modo più efficace per contrastare la corruzione sia quello di “parlare” e di denunciare i fatti alle forze di polizia. Le barriere però sono ancora troppe e c’è l’urgenza di una protezione migliore per i whistleblowers «Non possiamo essere contro la corruzione se non proteggiamo chi denuncia e ha agito per l’interesse pubblico» così afferma l’eurodeputata S&D Elly Schlein .
I whistleblowers quando gli eroi siamo noi
«Quello che fanno i whistleblowers è importante, si potrebbe dire che sono eroi, e alcuni di loro lo sono, ma sono cittadini normali che si scontrano con episodi di corruzione e illegalità e decidono di renderli pubblici. Devono essere tutti protetti» così interviene Michele Bocchiola dell’Università di Pavia.
Andrea Franzoso lavorava alle Ferrovie Nord Milano quando si è accorto di alcuni illeciti all’interno della propria azienda, la carta di credito aziendale che veniva utilizzata a scopo personale, per comprare vestiti e video porno, per regalare quadri preziosi al Presidente della Regione Lombardia Formigoni. Dopo la sua denuncia ai carabinieri, la Procura della Repubblica avviò un’indagine che ha portato alle dimissioni della società, ora rinviato a giudizio per peculato e truffa aggravata. Ma ciò che è preoccupante è che Andrea non ha ricevuto complimenti per la propria azione , si è trovato isolato da colleghi e superiori e senza poter lavorare finchè è stato trasferito ad un altro ufficio con un ruolo però marginale. «Ho deciso di non rimanere anonimo, perché se si vuole cambiare qualcosa ci si deve mettere la faccia. Non ho rimorsi anche se all’inizio mi avevano proposto una promozione» ha affermato Andrea Franzoso che ha dovuto lasciare il lavoro e ora è attivista e consulente della Ong “Riparte il Futuro“.
La corruzione e l’illegalità non conoscono confini e così anche in Spagna Ana Garrido Ramos ha scoperto un immenso network di corruzione legato al Partito Popolare. Ana, che lavorava come impiegata al Consiglio comunale di Boadilla del Monte vicino Madrid, ha iniziato a ricevere strane istruzioni sull’assegnazione di alcuni contratti che avrebbero favorito alcune società a discapito di altre. Il sindaco Arturo Gonzalez Panero del Partito Popolare godeva di un network di corrotti che aveva il compito di assegnare appalti ad una rete di aziende. Per due anni la signora Garrido si è trasferita in Costa Rica, ha investigato da lì e ha svolto lavori di ogni genere per mantenersi dopo che era stata allontanata dall’azienda. La causa contro il Consiglio comunale di Boadilla è stata vinta da Ana Garrido Ramos che però non ha ancora ricevuto la compensazione perché il comune ha presentato ricorso. Ana che aveva deciso di rimanere anonima ma è stata tradita proprio da una Ong spagnola “Manos Limpas” , finendo su tutti i giornali con le inevitabili conseguenze.
«L’anno scorso ho scoperto che il mio capo utilizzava la carta di credito aziendale per comprare vestiti, quadri preziosi , regali, video porno». Così racconta Andrea Franzoso che ha deciso di denunciare le irregolarità riscontrate nella propria azienda. È questo ciò che i fanno i Whistleblowers, semplici cittadini che hanno deciso di denunciare e contrastare l’illegalità in nome di un interesse collettivo, il bene comune.