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White helmets: i volontari con i caschi bianchi che salvano vite in Siria


Il padrino di tutte le buone cause, George Clooney, è già dalla loro parte. Ben Affleck, altro hollywoodiano engagé, pure. Alla petizione si è unito addirittura una stella pop come Justine Timberlake. Se la campagna avrà sortito i suoi effetti, tra una settimana il Nobel per la Pace andrà ai volontari del Syria Civil Defense, meglio conosciuti come "White Helmets", gli elmetti bianchi che scavano tra le macerie degli edifici bombardati dal governo siriano e dai suoi alleati, per salvare vite umane.

Un membro dei Caschi bianchi trasporta il corpo di un bimbo vittima di un bombardamento russo nell’area di Maaret-al-Numan, città nella provincia di Idlib. Siria, 9 Gennaio 2016. REUTERS/Khalil Ashawi

Il padrino di tutte le buone cause, George Clooney, è già dalla loro parte. Ben Affleck, altro hollywoodiano engagé, pure. Alla petizione si è unito addirittura una stella pop come Justine Timberlake. Se la campagna avrà sortito i suoi effetti, tra una settimana il Nobel per la Pace andrà ai volontari del Syria Civil Defense, meglio conosciuti come “White Helmets“, gli elmetti bianchi che scavano tra le macerie degli edifici bombardati dal governo siriano e dai suoi alleati, per salvare vite umane.

La conquista del premio, oltre a fornire ai volontari un assegno importante, sarebbe un segnale (simbolico) di sfida ad Assad. Intanto gli elmetti bianchi hanno già vinto il Right Livelihood Award, il “Nobel alternativo”, un’onorificenza creata nel 1980 da Jakob von Uexkulll – filantropo per metà tedesco e per metà svedese – destinata a gratificare i “dimenticati” dal Comitato norvegese.

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