Wto: Trump blocca la nomina di Ngozi Okonjo-Iweala a nuova direttrice generale. L'Organizzazione mondiale del commercio rischia così di vedersi ridurre la propria capacità d’azione
Wto: Trump blocca la nomina di Ngozi Okonjo-Iweala a nuova direttrice generale. L’Organizzazione mondiale del commercio rischia così di vedersi ridurre la propria capacità d’azione
Gli Stati Uniti si sono opposti alla nomina dell’economista nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala a nuova direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (anche nota come Wto, da World Trade Organization).
Cosa è successo
Il processo di selezione di un nuovo capo del Wto è iniziato a giugno – dopo le dimissioni, il mese prima, dell’allora direttore Roberto Azevedo – e avrebbe dovuto concludersi di fatto mercoledì 28. Okonjo-Iweala, ex Ministra delle Finanze della Nigeria con una lunga carriera alla Banca mondiale, si era infatti garantita un’ottantina di voti favorevoli (sui 164 membri dell’organizzazione) già verso la metà di ottobre; negli ultimi giorni aveva ricevuto l’appoggio anche di tutti i Paesi dell’Unione europea e del Giappone.
Ci si aspettava, dunque, che la riunione di mercoledì terminasse con la vittoria di Okonjo-Iweala. E invece il consenso – necessario ai fini della nomina – non è stato raggiunto a causa degli Stati Uniti, i soli a essersi opposti alla candidata nigeriana.
Washington ha fatto sapere di continuare a sostenere Yoo Myung-hee, Ministra del Commercio della Corea del Sud, che in passato ha lavorato con il rappresentante americano del Commercio Robert Lighthizer alla rinegoziazione dell’accordo di libero scambio Usa-Corea.
Cosa succede ora
Le delegazioni di tutti i Paesi membri del Wto si riuniranno di nuovo il 9 novembre, con la speranza di raggiungere il consenso. In caso contrario, l’organizzazione potrebbe “teoricamente” – sottolinea il quotidiano Politico – nominare Okonjo-Iweala con un voto a maggioranza, che aggirerebbe il veto degli Stati Uniti. L’opzione, però, non piace nemmeno alla stessa Wto.
Nominando una direttrice sgradita all’America, prima potenza economica globale, il Wto rischia di vedersi ridurre ulteriormente la propria capacità d’azione. Donald Trump – ma anche diversi esponenti del Partito repubblicano e di quello democratico – accusa infatti il Wto di danneggiare gli interessi americani e di favorire quelli cinesi. Oltre a minacciare l’uscita degli Stati Uniti, l’amministrazione Trump sta impedendo il lavoro del Wto bloccando la nomina dei nuovi membri della commissione d’appello, quella che si occupa della risoluzione delle dispute fra i membri.
A prescindere dall’ostilità americana, il Wto si ritrova ad agire in tempi complicati, tra la crisi economica causata dal coronavirus e le tensioni geopolitiche e commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Perché l’America si oppone alla nomina di Okonjo-Iweala?
Non è chiaro il motivo per cui gli Stati Uniti si oppongano alla nomina di Okonjo-Iweala. Bisogna innanzitutto dire che l’amministrazione Trump mostra da sempre una certa insofferenza nei confronti delle grandi organizzazioni multilaterali e dello stesso ordine mondiale che proprio l’America ha contribuito a creare e che finora ha guidato.
Il motivo specifico dell’opposizione ad Okonjo-Iweala, però, potrebbe essere legato alla nazionalità della donna, nigeriana. La Cina vanta infatti una presenza importante in Africa, dove ha stretto molti accordi commerciali e politici, facendo anche leva sul soft power. Pechino promuove l’industrializzazione del continente africano e vi crea zone economiche speciali; al contempo, però, è accusata di accaparramento di terre (land grabbing) e di favorire l’indebitamento dei Paesi economicamente meno solidi.
Anche la Nigeria riceve investimenti e aiuti economici dalla Cina, e l’amministrazione Trump ritiene probabilmente che questo faccia di Okonjo-Iweala una direttrice troppo influenzabile da Pechino. Washington ha mosso la stessa accusa di “sottomissione alla Cina” anche all’Organizzazione mondiale della sanità, guidata da un altro africano, l’etiope Tedros Adhanom: gli Stati Uniti vi si sono ritirati, su decisione di Trump.
Al di là delle accuse della Casa Bianca, è vero che la Cina è molto presente nelle grandi organizzazioni: controlla ben quattro delle quindici agenzie delle Nazioni Unite. Pechino sfrutta la sua influenza nelle istituzioni multilaterali per promuovere i propri interessi e i propri modelli alternativi di governance.
Gli Stati Uniti si sono opposti alla nomina dell’economista nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala a nuova direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (anche nota come Wto, da World Trade Organization).
Cosa è successo
Il processo di selezione di un nuovo capo del Wto è iniziato a giugno – dopo le dimissioni, il mese prima, dell’allora direttore Roberto Azevedo – e avrebbe dovuto concludersi di fatto mercoledì 28. Okonjo-Iweala, ex Ministra delle Finanze della Nigeria con una lunga carriera alla Banca mondiale, si era infatti garantita un’ottantina di voti favorevoli (sui 164 membri dell’organizzazione) già verso la metà di ottobre; negli ultimi giorni aveva ricevuto l’appoggio anche di tutti i Paesi dell’Unione europea e del Giappone.
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