Al prossimo Congresso del Partito comunista il “pensiero di Xi Jinping” (Xi Jinping sixiang) sarà inserito con questa formula all’interno della costituzione del Partito comunista cinese. Proprio come Mao Zedong. Ma di cosa si tratta?
Dopo «il pensiero di Mao Zedong» (Mao Zedong sixiang) e «la teoria di Deng Xiaoping» (Deng Xiaoping Lilun) una delle linee guida del Partito da ottobre in avanti e per sempre, o almeno finché esisterà il Partito comunista cinese, sarà «il pensiero di Xi Jinping», pronto a ottenere dunque una legittimazione come nuovo Mao non più solo per le cariche accumulate ma anche per il contributo teorico consegnato al suo Paese.
Negli ultimi tempi articoli di giornali cinesi, spiegazioni del «pensiero» di Xi da parte di importanti riviste, magazine statali sembrano dimostrare che una delle risposte che ci si attendeva dal 19esimo Congresso sia scontata ancora prima che il congresso inizi.
E questo potrebbe significare anche altro: oltre al suo pensiero scolpito nella carta costituzionale del Partito, Xi potrebbe ottenere il pieno dei suoi obiettivi: un comitato centrale e un politburo di fedelissimi, in modo da portare la propria presidenza oltre i canonici dieci anni, a quindici.
Una volta specificato dunque che pare ormai fatta per il passo più storico di tutti, ovvero l’equiparazione del pensiero di Xi a quello dei due grandissimi in Cina, il padre fondatore della Repubblica popolare e l’artefice della rinascita cinese, bisogna chiedersi cosa intendere per «il pensiero di Xi Jinping», consci che su quelle che possono essere riassunte come le basi del «pensiero» la girandola di interpretazioni non avrà probabilmente mai fine.
Secondo molti osservatori il corpus teorico di Xi viene inteso soprattutto sulla base delle sue idee in politica estera e collegate alla rinascita cinese, attraverso la via della seta, nuovo viatico alla realizzazione del «sogno cinese» (zhongguo meng) vero simbolo di Xi Jinping, fin dal primo discorso da presidente effettuato poco dopo la nomina nel marzo 2013.
Quali sono dunque le teorie che compongono «il pensiero di Xi» e che diventeranno linee guida del Partito comunista da ora in avanti e quali le loro possibili interpretazioni?
1) Il sogno cinese (zhongguo meng)
Secondo Willy Wo-Lap Lam – che ha esaminato il tema sul sito della Jamestown Foundation – si tratta di una «narrazione super nazionalistica» improntata al ritorno della Cina tra le grandi potenze mondiali e potenzialmente leader di un mondo visto come una «una comunità dal comune destino», in cui si ripropongono dunque due concetti: la rinascita della Cina come nazione e come grande potenza; la sua ascesa pacifica e dunque tesa a convogliare le forze della comunità internazionale verso un unico obiettivo, ovvero garantire la pace e la prosperità.
Lo strumento principale di realizzazione del sogno cinese è evidentemente la nuova via della seta che rappresenta l’idea di Xi di sviluppo internazionale, pacifico e con possibilità economiche win-win, come amano dire a Pechino, tra Cina e Paesi partner.
2) I quattro complessivi (sige quanmian)
Si tratta di un nucleo di pensiero enunciato già anni fa e che secondo il Quotidiano del popolo, che ne ha scritto di recente, costituirebbero l’architrave teorico e pratico necessario alla rinascita del popolo cinese. Si tratta infatti di quattro guide per ottenere una società moderatamente prospera, procedere con le riforme necessarie, fare della Cina un vero Stato di diritto, condurre in modo rigoroso il Partito comunista.
Si tratta di quattro «fari» nella guida di Xi, che il presidente ha ampiamente dimostrato di saper maneggiare, specie il quarto punto. Rimane più ambigua per ora la questione legata alle riforme: ancora oggi resta un mistero quale sia la vera idea di Xi riguardo le riforme economiche da attuare, a parte quelle che dovranno favorire le aziende cinesi in settori come automazione, Big Data, intelligenza artificiale, visti da Xi come i settori chiave per l’egemonia economica dei prossimi anni.
3) Le quattro autoconfidenze (sige zixin)
Secondo Xi Jinping i membri del Partito comunista, riferendosi dunque all’ultimo dei quattro complessivi, devono avere fiducia in quattro principi in particolare: nel percorso, nelle teorie, nel sistema e nella cultura instaurate dal socialismo con caratteristiche cinesi.
4) Le quattro grandezze (sige weida)
Ovvero fare grandi lotte, costruire grandi progetti, promuovere grandi imprese e realizzare grandi sogni. Fare grandi lotte ricorderebbe il detto di Mao Zedong «è molto divertente lottare contro il cielo, lottare contro la terra e lottare contro gli esseri umani» e secondo la lettura di alcuni potrebbe significare anche una postura più aggressiva della Cina sul piano internazionale, anche se probabilmente una più esatta interpretazione è quella che vuole «le grandi lotte» soprattutto all’interno del Paese, mentre all’esterno sarebbe da interpretare sempre come difesa della sovranità e degli interessi della Cina (analogamente al famoso «brandire la spada», sempre di Xi Jinping).
@simopieranni
Al prossimo Congresso del Partito comunista il “pensiero di Xi Jinping” (Xi Jinping sixiang) sarà inserito con questa formula all’interno della costituzione del Partito comunista cinese. Proprio come Mao Zedong. Ma di cosa si tratta?