Ydessa Hendeles è uno e mille personaggi, una e mille storie.
Nata in Germania nel 1948, canadese d’adozione da quando la sua famiglia – di origine ebrea, sopravvissuti alla deportazione ad Auschwitz – decise di lasciarsi tutto alle spalle e trasferirsi a Toronto, quando lei aveva solo tre anni. Laureata all’Università di Toronto, Ydessa si è consacrata immediatamente al mondo dell’arte, ricoprendo più ruoli – curatrice, artista, collezionista e committente – e inventandosene di nuovi che oggi le valgono la nomea di pioniera. Innanzitutto inaugurò la propria galleria all’inizio degli anni Ottanta, promuovendo giovani artisti di grande talento per quasi un decennio, un periodo che la vide concentrarsi sul concetto di differenza e diversità con grande passione. La stessa passione che la spinse a pensare più in grande – come le sue produzioni, sempre di considerevoli dimensioni, composizioni curatoriali complesse e site specific – e ad acquistare l’edificio a due piani nel centro di Toronto che avrebbe ospitato la prima fondazione d’arte contemporanea privata della città. Era il novembre del 1988 quando nacque la Ydessa Hendeles Art Foundation, definita nel corso dei suoi venticinque anni di vita come uno dei laboratori di arte visiva più importanti del Nord America. Conclusa l’avventura della Fondazione nel 2012, oggi Ydessa è un’artista concentrata sull’idea di rappresentazione associata a quella di distorsione della realtà, interessata ad approfondire il concetto di appropriazione e di accumulo seriale, in qualche modo strumenti per esorcizzare i bisogni materiali tipici del nostro secolo.
From her wooden sleep… è il primo progetto che ha preso forma dopo la chiusura della sua Fondazione, è stato allestito per la prima volta nel 2015 presso l’Institute of Contemporary Arts (ICA) di Londra ed oggi, presentato nuovamente negli spazi dell’Helena Rubinstein Pavilion for Contemporary Art di Tel Aviv, porta con sé un ampliamento dedicato. La Hendeles continua infatti l’esplorazione del secolo che stiamo vivendo, procedendo lungo il cammino grazie a diversi strumenti, molti oggetti e svariati suoni che traduce in arte, secondo un linguaggio che ci è dato imparare confrontandoci con il suo lavoro.
A cominciare dal titolo dell’installazione, tratto da un famoso libro per bambini pubblicato nel 1865 e scritto dall’anticonformista Florence K. Upton, prima autrice ad collocare un protagonista di colore in un libro per l’infanzia in cui le altre eroine sono due bambole di legno e la notte di Natale. Il fatto che il personaggio di Golliwogg fosse molto amato dai bambini, ma che nei primi decenni del Novecento sia stato storpiato per usi e abusi razzisti, rappresenta un buon di partenza per approfondire la poetica della Hendeles, la quale spinge a osservare la realtà, il contesto, la naturale necessità di definire ciò che è bene e ciò che è male, la possibilità di errore in ogni cosa, i rischi dell’omologazione.
Non a caso l’Helena Rubinstein Pavilion è letteralmente invaso dalla collezione di manichini in legno di Ydessa – 150 pezzi storici realizzati dall’inizio del XVI secolo al XX secolo – posizionati come esseri umani, raccolti come ad assistere a un qualche spettacolo, in ascolto delle melodie della favola di Florence K. Upton. Testimonianze del passato come chiavi per aprire nuove porte sul presente. Oltrepassando il confine che definisce i ruoli, anche nell’arte, Ydessa ci indica come rivendicare un nostro sguardo, un nostro spazio nel mondo.
From her wooden sleep…
Tel Aviv Museum of Art
25 maggio – 24 ottobre 2016
http://www.tamuseum.org.il/
Nata in Germania nel 1948, canadese d’adozione da quando la sua famiglia – di origine ebrea, sopravvissuti alla deportazione ad Auschwitz – decise di lasciarsi tutto alle spalle e trasferirsi a Toronto, quando lei aveva solo tre anni. Laureata all’Università di Toronto, Ydessa si è consacrata immediatamente al mondo dell’arte, ricoprendo più ruoli – curatrice, artista, collezionista e committente – e inventandosene di nuovi che oggi le valgono la nomea di pioniera. Innanzitutto inaugurò la propria galleria all’inizio degli anni Ottanta, promuovendo giovani artisti di grande talento per quasi un decennio, un periodo che la vide concentrarsi sul concetto di differenza e diversità con grande passione. La stessa passione che la spinse a pensare più in grande – come le sue produzioni, sempre di considerevoli dimensioni, composizioni curatoriali complesse e site specific – e ad acquistare l’edificio a due piani nel centro di Toronto che avrebbe ospitato la prima fondazione d’arte contemporanea privata della città. Era il novembre del 1988 quando nacque la Ydessa Hendeles Art Foundation, definita nel corso dei suoi venticinque anni di vita come uno dei laboratori di arte visiva più importanti del Nord America. Conclusa l’avventura della Fondazione nel 2012, oggi Ydessa è un’artista concentrata sull’idea di rappresentazione associata a quella di distorsione della realtà, interessata ad approfondire il concetto di appropriazione e di accumulo seriale, in qualche modo strumenti per esorcizzare i bisogni materiali tipici del nostro secolo.