Il Presidente ucraino collegato in diretta con Bruxelles chiede all’Ue di non abbandonare il suo Paese. Von der Leyen: “C’è una lunga strada da percorrere, dobbiamo porre fine a questa guerra”
Nel discorso tenuto nella giornata di ieri da Volodymyr Zelensky al Parlamento europeo, in collegamento dall’Ucraina, il Presidente ha chiesto con veemenza la vicinanza delle istituzioni comunitarie, dopo aver firmato precedentemente un documento che richiede una procedura di emergenza per l’ingresso di Kiev nell’Ue. “Senza di voi l’Ucraina sarà abbandonata. Abbiamo provato la nostra forza, che valiamo almeno quanto voi. Quindi, dimostrateci che siete con noi, provateci che non ci lascerete soli e che siete davvero europei. Solo così la vita vincerà sulla morte, la luce batterà l’oscurità”.
Un discorso appassionato che porta ulteriori pressioni sull’Ue, nella fase più critica della sua storia. Con l’invasione ucraina della Russia è in atto un cambiamento epocale dello status quo a livello internazionale, con l’eventuale ingresso di Kiev nell’Ue che ostacolerebbe ulteriormente la capacità di dialogo con Mosca. È questa la realtà con la quale dovrà fare i conti la Commissione di Ursula von der Leyen, che ha ricordato nel suo intervento al Parlamento europeo: “C’è una lunga strada da percorrere, dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi da compiere”.
L’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, ha dichiarato che “l’adesione dell’Ucraina nell’immediato non è in agenda. Dobbiamo dare una risposta nelle prossime ore, non nei prossimi anni. L’Ucraina ha una chiara prospettiva europea ma ora è il momento di lottare contro un’aggressione”. E per lottare contro l’aggressione, l’Unione europea e i partner atlantici hanno studiato una serie di misure che vanno a colpire il cuore dell’economia russa, ora sostanzialmente isolata.
Il percorso di ingresso nell’Ue non è semplice e Bruxelles è già in fase di valutazione, ufficialmente, delle candidature di Albania, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia e Montenegro, tra situazioni in stallo e altre che — a rilento — procedono. Benché in un momento di profonda crisi, l’ipotesi di allargamento a Kiev in questo specifico momento storico complicherebbe non di poco le chance di pacificazione per l’Ucraina stessa. Intervenuto a Rai News 24, l’ex Presidente della Commissione europea e Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi ha affermato: “Ci sono delle regole di entrata nell’Ue. C’è bisogno di dare segnali realistici. L’ultimo atto del mio Governo fu votare contro l’ammissione dell’Ucraina nella Nato. Con Francia e Germania, dicemmo no”.
Il riferimento di Romano Prodi è al 2008, quando il Governo statunitense provò a incoraggiare gli altri membri a offrire a Kiev un Membership Action Plan, ma proprio Berlino, Parigi e Roma ritennero che sarebbe stato un timing sbagliato quello di proporre l’allargamento del Patto Atlantico all’Ucraina. Per l’allora Cancelliera Angela Merkel l’ingresso di Kiev nella Nato avrebbe aumentato le frizioni con la Russia.
Un discorso appassionato che porta ulteriori pressioni sull’Ue, nella fase più critica della sua storia. Con l’invasione ucraina della Russia è in atto un cambiamento epocale dello status quo a livello internazionale, con l’eventuale ingresso di Kiev nell’Ue che ostacolerebbe ulteriormente la capacità di dialogo con Mosca. È questa la realtà con la quale dovrà fare i conti la Commissione di Ursula von der Leyen, che ha ricordato nel suo intervento al Parlamento europeo: “C’è una lunga strada da percorrere, dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi da compiere”.