Zelensky guiderà un Paese in piena crisi economica, attanagliato dalla corruzione e in guerra con la Russia…
L’ondata anti-establishment si è abbattuta anche sulla politica ucraina, dove Vladimir Zelensky è riuscito ad asfaltare con un risultato straordinario, pari al 73% dei voti, il Presidente uscente Petro Poroshenko al ballottaggio e, ancor prima, la pasionaria Yulia Tymoshenko, attivista della rivoluzione arancione. Alla prima esperienza politica, Zelensky, comico della tv, è apparso agli occhi degli ucraini come il volto nuovo capace, con il suo stile quasi beffardo e le sue proposte di politica economica, interna ed estera, di aggiustare le profonde problematiche del Paese. Prime su tutte, la dilagante corruzione, la guerra nel Donbass e dunque le relazioni con la Russia.
Lo stadio di Kiev ha ospitato venerdì scorso l’insolito dibattito pre-elezioni tra Poroshenko e Zelensky, con i due che, davanti a 30mila spettatori e milioni di telespettatori, si sono accusati di essere entrambi “servi di Putin”. Per Poroshenko, l’inesperienza dello sfidante porterà l’Ucraina verso l’abisso, mentre per Zelensky il ruolo dell’oligarca, il Presidente uscente, ha impattato negativamente sul futuro del Paese. Alla fine gli ucraini hanno scelto l’ormai ex comico della tv, che ha lavorato su una piattaforma composta da dieci promesse.
Il punto numero uno è relativo alla guerra del Donbass: Zelensky propone l’invito di diplomatici statunitensi e britannici per le trattative, rimuovendo i negoziatori pro-Putin e in particolare Viktor Medvedchuk, amico del Presidente russo. La guerra del Donbass, iniziata nel 2014, ha provocato migliaia di vittime e rappresenta il culmine dello scontro tra le due nazioni confinanti. L’elettorato ucraino è estremamente sensibile all’argomento e le promesse di un definitivo cessate-il-fuoco propedeutico alla fine del conflitto non sono state rispettate. Tra i fallimenti della presidenza Poroshenko, il protrarsi degli scontri nell’est del Paese.
Il compito di Zelensky non sarà facile: le relazioni con il gigante russo sono in caduta libera fin dalla rivoluzione arancione, riprese poi con il movimento ribattezzato Euromaidan che ha indicato la strada verso l’Unione Europea per l’Ucraina. Dal Cremlino fanno sapere che è troppo presto per parlare di una possibile cooperazione col Presidente neo-eletto, ma che Mosca rispetta la scelta del popolo ucraino.
Poroshenko, dopo la sconfitta, ha detto che non lascerà la politica e che è pronto ad aiutare il neo Presidente per l’integrazione dell’Ucraina nell’Ue. Ha aggiunto, inoltre, che le elezioni sono state del tutto regolari, “una vittoria per l’Ucraina”. Vladimir Zelensky, durante i festeggiamenti al suo quartier generale, si è rivolto alle ex repubbliche sovietiche: “Guardateci, tutto è possibile”.
@melonimatteo
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