
Dal lasciarsi ricoprire di mosche all’accatastare corpi nudi in cima a una montagna. Quando l’artista (si) mette a nudo
Il cinese Zhang Huan è uno dei talenti emergenti più radicali della scena contemporanea internazionale, il cui lavoro ha il merito di sapere sottolineare le storture tanto delle società occidentali che di quelle orientali.
Dopo aver conseguito il diploma al CAFA Art Museum di Pechino e aver fatto importanti esperienze formative negli Usa, Zhang prese a lavorare tra Shanghai e New York dove nel 1994 contribuì a formare nell’East Village un movimento molto provocatorio i cui spettacoli spesso finivano interrotti dalla polizia. Nella sua performance 12 Square Meters Zhang si ricoprì interamente di miele e olio di pesce e restò per ore seduto nudo in un bagno pubblico, lasciandosi coprire di mosche. Un lavoro estremo che simboleggiava efficacemente il dramma della povertà e del sovraffollamento della Cina come di altri Paesi.
E su questo tono molte sono state le performance di denuncia di Zhang e del suo gruppo, come quando con altri nove artisti accatastarono i loro corpi nudi in cima a una montagna per aumentarne l’altezza. L’opera, chiamata To Add One Metre to anonymous Mountain, fu un modo per porre l’attenzione sui temi della fragilità ecologica del pianeta e su come le attività umane ne determinassero il destino.
Col ritorno in patria il lavoro di Zhang evolve con un uso sempre maggiore della pittura, suo primo amore, e delle sculture.
La brillante carica provocatoria permane ma è convogliata su temi più spirituali, a tratti ascetici. Il suo rimane il lavoro di un fine poeta che come pochi altri sa cogliere le contraddizioni della propria epoca.
@GuidoTalarico
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di maggio/giugno di eastwest.
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Dal lasciarsi ricoprire di mosche all’accatastare corpi nudi in cima a una montagna. Quando l’artista (si) mette a nudo