Attenzione: Slovacchia e Polonia danno segni di risveglio europeista…
Zuzana Caputova, leader di Slovacchia progressiva, il movimento liberal e europeista slovacco, vince il primo turno delle elezioni presidenziali col 40% dei voti. Al ballottaggio con lei, con il 18%, il vicepresidente della Commissione Europea Maros Sefcovic, sostenuto dal partito al potere Smer-Sd dell’ex premier Robert Fico. Tagliati fuori a sorpresa Stefan Harabin (14,15 %), giudice della Corte Suprema che si è definito l’unico candidato contro i diktat dell’Unione Europea, e anche il leader dell’estrema destra Marian Kotleba (10,5 %).
«Mi batto per una maggiore partecipazione della Slovacchia all’integrazione europea», ha dichiarato Caputova nelle scorse settimane: nel cuore di Visegrad, i sovranisti sono fuori dal ballottaggio. Il piccolo Paese post-comunista, che ha affrontato in questi anni tutte le dispute che hanno infiammato l’Occidente, dall’immigrazione alla corruzione delle élite, sembra voler voltare pagina.
La vittoria di Zuzana Caputova potrebbe rappresentare un segnale d’inversione di tendenza importante in Europa centrale in vista delle elezioni di maggio.
Qualcosa potrebbe cambiare anche in Polonia, dove i sondaggi danno in vantaggio la coalizione europeista del Presidente dell’esecutivo europeo Donald Tusk sui sovranisti di Jaroslaw Kaczynski (PiS), oggi al potere.
Forse, l’opinione pubblica europea comincia a prendere coscienza del pericolo neonazionalista.
Anche la deriva di Londra post-Brexit avrà funto da campanello di allarme….
@GiuScognamiglio
