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Etica ed estetica del vino. Intervista a Jonathan Nossiter


Intervista al regista e scrittore brasiliano-americano Jonathan Nossiter, appassionato di enologia e di tutta la cultura che circonda il mondo del vino.

Una visione generale della vigna della tenuta Tenuta dell'Ornellaia nel villaggio di Castagneto Carducci in Toscana 21 set 2011. REUTERS/Tony Gentile

Intervista al regista e scrittore brasiliano-americano Jonathan Nossiter, appassionato di enologia e di tutta la cultura che circonda il mondo del vino.

«Non è solo (né principalmente) il gusto a determinare la mia passione per il vino. Si tratta piuttosto dell’insieme dei gesti degli uomini e delle donne che li producono e del loro rapporto con la natura e la società. Tale aspetto si riflette senz’altro nel gusto del vino, proprio come la personalità e l’impegno di un artista condizionano – pur senza definirla – la qualità estetica del suo lavoro. Ma l’estetica senza l’etica è inerte, non raggiunge il vivente». Jonathan Nossiter dixit. Autore di sette lungometraggi – fra i quali Sunday (1997, vincitore del Sundance Film Festival), Mondovino (2004) e Resistenza naturale (2014) – e del saggio Le vie del vino (Einaudi, 2010), il regista statunintense, attualmente residente a Roma, opera in Insurrezione culturale – scritto a quattro mani con Olivier Beuvelet e pubblicato in Italia da «DeriveApprodi» – un accurato studio della dimensione etica e produttiva dei vignaioli naturali, individuando in essa i germogli di una nuova fioritura culturale e civile.

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