Usa 2020, Trump: “Abbiamo già vinto”. Biden: “Non sei tu a decidere”
Elezioni Usa: per i risultati ci sarà ancora da aspettare. La democrazia americana è sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale. Il voto postale sarà decisivo
Elezioni Usa: per i risultati ci sarà ancora da aspettare. La democrazia americana è sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale. Il voto postale sarà decisivo
A quattro anni di distanza dalla catastrofica notte elettorale di Hillary Clinton e due decenni dopo la mancata elezione di Al Gore, i Democratici vivono un doppio dejà vu, tra l’incubo del fallimento dei sondaggi e il probabile ricorso agli avvocati per decretare il vincitore delle presidenziali 2020.
Trump: “Risultati eccezionali”. Biden: “Siamo sulla giusta strada”
Dalla Casa Bianca, dove ha seguito la tornata elettorale, il Presidente in carica è intervenuto per riscaldare i suoi elettori. “Milioni di persone hanno votato per noi, alcuni cercano di fermarci, ma non glielo permetteremo. Siamo pronti per un grande festeggiamento, stiamo vincendo dappertutto: i risultati di stanotte sono stati eccezionali, un successo incredibile. Non c’è mai stata un’affluenza come questa. C’è un tentativo di frode — ha aggiunto Trump — e ci rivolgeremo alla Corte Suprema. Non vogliamo che il voto sia fermato, ma che il processo sia trasparente”.
Precedentemente, in un post nascosto da Twitter perché ritenuto controverso, il Presidente in carica ha scritto: “Stanno cercando di rubarci l’elezione. Non glielo permetteremo. I voti non possono essere consegnati con i seggi chiusi!”, in quello che è un messaggio che va a scontrarsi con i costanti appelli agli elettori da parte Dem, che invitavano a rimanere in fila alle polling station.
Joe Biden, dal canto suo, ha risposto che “non è compito mio o di Donald Trump dichiarare il vincitore di queste elezioni”, sottolineando fiducia per l’esito positivo del voto. Sarà cruciale capire la posizione dell’ex vice Presidente di Barack Obama: seguirà una linea morbida e istituzionale — che potrebbe portarlo a riconoscere la sua sconfitta in nome della continuità — o andrà a un diretto scontro con la parte avversa, ovvero l’altro 50% degli elettori statunitensi?
I rischi dello stallo
Il Presidente Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden corrono in un testa a testa pericolosissimo, che lascia spazio a propagandistici dubbi sulla legittimità di alcuni risultati, rischiando di alimentare le temute tensioni di piazza. A Washington si registrano scontri nei pressi della Casa Bianca, con alcune centinaia di manifestanti entrati in contatto con la Polizia.
È anche per questo motivo che il limbo nel quale si ritrova la democrazia statunitense è sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale, in un’elezione che dovrebbe rispondere a molteplici quesiti di politica estera, dal rapporto con le istituzioni multilaterali a quello con i partner transatlantici, dall’atteggiamento verso la Cina passando per l’accordo sul nucleare iraniano.
I risultati già certi
Intanto, è ufficiale la vittoria di Trump in Florida, Ohio, Iowa e Texas, di Biden in California, Minnesota, Colorado e New Mexico. Michigan e Pennsylvania ancora senza esito, ma con lo spoglio che consegna al Presidente in carica un vantaggio notevole, in due Stati che regaleranno rispettivamente 16 e 20 Grandi Elettori. La fatidica soglia dei 270, con un centinaio ancora da assegnare, è vicina per entrambi i candidati, ma non è ancora dato sapere chi realmente riuscirà a raggiungerla.
Si fa dura — per non dire impossibile — per di Democratici al Senato: i numeri parlano di probabile sconfitta blu e maggioranza ancora repubblicana. È sorprendente questo risultato, dato che gli analisti ragionavano, piuttosto, sul margine superiore dei Dems sui Republicans. Alla Camera nuova vittoria per le tre icone progressiste Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar e Rashida Tlaib.
Elezioni Usa: per i risultati ci sarà ancora da aspettare. La democrazia americana è sotto i riflettori dell’opinione pubblica mondiale. Il voto postale sarà decisivo
A quattro anni di distanza dalla catastrofica notte elettorale di Hillary Clinton e due decenni dopo la mancata elezione di Al Gore, i Democratici vivono un doppio dejà vu, tra l’incubo del fallimento dei sondaggi e il probabile ricorso agli avvocati per decretare il vincitore delle presidenziali 2020.
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