L'Occidente si prepara a distribuire milioni e milioni di dosi in Africa e nei Paesi in via di sviluppo per contrastare Cina e Russia. In gioco non ci sono solo questioni umanitarie.
L’Occidente si prepara a distribuire milioni e milioni di dosi in Africa e nei Paesi in via di sviluppo per contrastare Cina e Russia. In gioco non ci sono solo questioni umanitarie.
Il concetto è apparentemente semplice: contro il virus globale si risponde con una vaccinazione globale. E invece così non è. C’è la corsa ad accaparrarsi le dosi da parte dei Paesi sovrani o imperialisti, ad esempio. Il mercato nero alimentato da Cina e Russia. L’attività frenetica dei broker che dispongono di milioni di dosi e le propongono con nonchalance persino ai presidenti delle Regioni italiane. Poi ci sono le multinazionali del farmaco, sempre più potenti. Ecco perché ancora una volta è necessario un accordo internazionale contro le tentazioni dell’unilateralismo. Ci hanno provato i Grandi della Terra la scorsa settimana con il G7, che ha visto la partecipazione di due new entries: il premier italiano Mario Draghi e il presidente americano Joe Biden.
La diplomazia dei vaccini
E’ stata la “diplomazia dei vaccini” a dominare i colloqui, poiché la vaccinazione, direbbe Metternich, è la prosecuzione della lotta al virus con altri mezzi. Nel summit a distanza si è parlato molto di Terzo Mondo (130 Paesi non hanno ancora iniziato le somministrazioni) e dell’azione (non solo europea) per procurare miliardi di dosi all’Africa e agli altri Paesi in via di sviluppo.
E’ infatti cominciato “il grande gioco” dei vaccini su scala planetaria. Pechino e Mosca hanno già spedito 800 milioni di fiale in Africa e altre arriveranno. Dispensare aiuti significa tante cose: tra le altre, al netto delle motivazioni umanitarie, allargare la propria egemonia (per non parlare di colonizzazione commerciale come sta facendo da un decennio la Cina in Africa) e soprattutto evitare che le altre numerose varianti provenienti dal Terzo Mondo contagino l’Occidente, rendendo vani gli sforzi dell’immunizzazione di massa.
Nessuno è al sicuro finchè non siamo tutti al sicuro
Insomma, per dirla con l’ambasciatrice britannica presso l’Onu Barbara Woodward, “nessuno è al sicuro finchè non siamo tutti al sicuro”. Ecco perché l’Unione europea ha già deciso di destinare all’Africa (in particolare alla zona del Maghreb, la sponda a noi più vicina) un miliardo di dosi e gli inglesi della Brexit promettono anch’essi milioni di sieri al Terzo Mondo. Tutti sanno che il sovranismo del vaccino non serve a nessuno. Una lezione di cui avremmo fatto a meno volentieri.
Il concetto è apparentemente semplice: contro il virus globale si risponde con una vaccinazione globale. E invece così non è. C’è la corsa ad accaparrarsi le dosi da parte dei Paesi sovrani o imperialisti, ad esempio. Il mercato nero alimentato da Cina e Russia. L’attività frenetica dei broker che dispongono di milioni di dosi e le propongono con nonchalance persino ai presidenti delle Regioni italiane. Poi ci sono le multinazionali del farmaco, sempre più potenti. Ecco perché ancora una volta è necessario un accordo internazionale contro le tentazioni dell’unilateralismo. Ci hanno provato i Grandi della Terra la scorsa settimana con il G7, che ha visto la partecipazione di due new entries: il premier italiano Mario Draghi e il presidente americano Joe Biden.
La diplomazia dei vaccini
E’ stata la “diplomazia dei vaccini” a dominare i colloqui, poiché la vaccinazione, direbbe Metternich, è la prosecuzione della lotta al virus con altri mezzi. Nel summit a distanza si è parlato molto di Terzo Mondo (130 Paesi non hanno ancora iniziato le somministrazioni) e dell’azione (non solo europea) per procurare miliardi di dosi all’Africa e agli altri Paesi in via di sviluppo.
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