Dopo l’ok alla firma digitale per i referendum, a partire dalle prossime elezioni sarà possibile partecipare alla fase di sperimentazione del voto elettronico
Dall’11 agosto scorso, grazie a un emendamento al Decreto Semplificazioni, approvato all’unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente, in Italia i referendum e le leggi di iniziativa popolare si potranno firmare oltre che nei gazebo anche online. I cittadini potranno apporre la propria firma alla proposte referendarie tramite lo SPID (il sistema pubblico di identità digitale) o la Carta d’Identità Elettronica (CIE). L’emendamento, attutato grazie alla caparbietà del Presidente di +Europa Riccardo Magi, ha avuto riscontro negativo da parte del Ministero della Giustizia – nonostante sia una pratica comune in quasi tutta l’Unione europea – che ne aveva chiesto la rimodulazione
Nel 2019 l’Onu ha condannato l’Italia per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, proprio a causa degli ostacoli alla raccolta delle firme sugli strumenti di democrazia diretta, che hanno procedure di autentica e certificazione vecchie di 50 anni. Grazie a questo emendamento, i comitati promotori possono raccogliere le adesioni tramite una piattaforma predisposta da un ente certificatore convenzionato con l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid).
Verso il voto elettronico
Passi avanti nel nostro Paese anche sul fronte dell’i-voting, cioè la procedura di voto via Internet che permette ai cittadini di esprimere le proprie preferenze da remoto.
A partire dalle prossime elezioni sarà possibile partecipare alla fase di sperimentazione del voto elettronico. La Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha firmato, con il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, il decreto che individua le modalità per l’utilizzo del Fondo (da un milione di euro) per sperimentazione del voto via Internet. La pratica riguarderà circa 7,5 milioni di persone in condizioni particolari, cioè i residenti all’estero e i fuorisede oltre che i cittadini con particolari condizioni di salute. Secondo i dati Istat ad oggi quasi tre milioni di fuori sede non riescono a recarsi alle urne.
Il decreto prevede una sperimentazione graduale e delle simulazioni prive di valore legale, prima dell’effettiva attuazione.
L’Estonia è attualmente l’unico Paese europeo dove si può votare via Internet. Dal 2005 tutti i cittadini (non solo i fuori sede) hanno la possibilità di scegliere se votare seguendo una procedura interamente digitale oppure recandosi alle urne.
Per l’Italia, che ha 61.500 sezioni elettorali, il voto da remoto di tutti i cittadini, consentirebbe per ogni tornata elettorale, un risparmio tra i 400 e i 600 milioni di euro. Certo, prima di affidarsi interamente alla tecnologia, bisognerebbe risolvere i problemi di sicurezza dei nostri sistemi informatici.
Dopo l’ok alla firma digitale per i referendum, a partire dalle prossime elezioni sarà possibile partecipare alla fase di sperimentazione del voto elettronico