Entro fine 2015 si dovrebbero aprire i capitoli negoziali tra la Serbia e l’Ue per l’adesione all’Unione Europea. La Serbia è sulla linea di fuoco tra la Russia e l’Occidente, per questo l’Ue cercherebbe di accelerare i negoziati e di arrivare a un risultato il prima possibile. La situazione socio-economica rimane tra le sfide principali che il Paese deve affrontare.
Lavoro e povertà tra le priorità della Serbia
Problemi strutturali come la bassa partecipazione al mercato, la mancanza di coordinamento tra la domanda e l’offerta di lavoro e una grande economia informale (circa il 30% del fatturato annuale in beni e servizi) sono questi i temi all’ordine del giorno.
Nel primo quadrimestre del 2015 il tasso di disoccupazione sarebbe del 19.2%, cresciuto quindi rispetto al 16.8 % dell’ultimo quadrimestre del 2014 secondo i dati di una indagine sulla forza lavoro; ma anche l’inattività sembra essere drammaticamente elevata: 37.5%. Un altro difficile scoglio è la disoccupazione di lungo termine, 76.9%, esattamente 29.5% punti percentuali in più rispetto alla media Ue. Inoltre il lavoro sommerso ha raggiunto un tasso del 24.4% nel 2014, e ciò significa che un quarto dei lavoratori è senza protezione sociale. Ma anche la disoccupazione giovanile raggiunge cifre allarmanti, sempre nel 2014: il 52.8%.
Le disparità tra le regioni sono sempre più alte, così come i tassi demografici negativi tra un basso numero di nascite, una popolazione che invecchia, la fuga di cervelli e l’inurbamento della popolazione che abbandona le aree rurali per trasferirsi in città più grandi. A mancare in Serbia è anche un’istruzione di alta qualità a tutti i livelli: una nuova legge è stata adottata a settembre del 2014 e anche una strategia per l’educazione e lo sviluppo fino al 2020. Il Paese balcanico partecipa già in ogni caso ai programmi Erasmus Mundi, Erasmus plus e Tempus.
Nel 2012 il Parlamento Europeo ha ricordato, attraverso una risoluzione, che gli stati che si candidano all’ingresso in Europa devono allineare la propria legislazione in modo che rispetti gli standard minimi in campo sociale sul lavoro: la parità di trattamento tra uomini e donne, la sicurezza e la salute sul lavoro e l’antidiscriminazione. Un progetto finanziato con 1.200.500 euro ha proprio lo scopo di aiutare le istituzione serbe a sviluppare e migliorare un piano di lavoro attivo che tenga conto delle necessità del mercato del lavoro.
Per assicurare, però, 1 miliardo di prestito FMI è stato avviato un piano di austerità concentrato sul budget del 2015 che in particolare taglierà alcuni servizi di sicurezza sociale e ne ridurrà altri.
Partiti politici in Serbia tra pro e anti Europa
Al giorno d’oggi nessuno dei partiti anti Unione Europea ha una rappresentanza in Parlamento. Alcuni si sono dimostrati a favore dell’Ue fin dall’inizio altri hanno gradualmente a poco a poco considerato il cammino verso l’Europa come l’unica salvezza politica. Difatti l’ideologia politica e le affiliazioni politiche non hanno giocato un ruolo chiave per definire le proprie visioni partitiche sull’Europa. Hanno invece avuto più importanza le problematiche regionali con la situazione in Kosovo, il contesto internazionale con la crisi economica e il ruolo politico dei singoli partiti, al potere o meno.
@IreneGiuntella
Entro fine 2015 si dovrebbero aprire i capitoli negoziali tra la Serbia e l’Ue per l’adesione all’Unione Europea. La Serbia è sulla linea di fuoco tra la Russia e l’Occidente, per questo l’Ue cercherebbe di accelerare i negoziati e di arrivare a un risultato il prima possibile. La situazione socio-economica rimane tra le sfide principali che il Paese deve affrontare.