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Siria: come siamo arrivati al caos attuale


Sono passati più di quattro anni e mezzo da quando è scoppiata la guerra in Siria. Da allora hanno perso la vita più di 250 mila persone, e quattro milioni di siriani vivono ora al di fuori dei confini della loro patria. Pochi “fortunati” emigrati in Europa, moltissimi di più nei campi profughi turchi, libanesi o giordani. Il loro Paese è diventato progressivamente lo sfogatoio delle pulsioni egemoniche (e delle paure) degli attori regionali, la calamita per eccellenza del fanatismo jihadista, la pedina di un Grande Gioco che coinvolge anche le superpotenze mondiali e di cui ancora non si intravede la fine. Ma quali sono i fili che, tendendosi e cambiando improvvisamente angolazione, hanno reso lo scenario siriano un groviglio inestricabile?

Sono passati più di quattro anni e mezzo da quando è scoppiata la guerra in Siria. Da allora hanno perso la vita più di 250 mila persone, e quattro milioni di siriani vivono ora al di fuori dei confini della loro patria. Pochi “fortunati” emigrati in Europa, moltissimi di più nei campi profughi turchi, libanesi o giordani. Il loro Paese è diventato progressivamente lo sfogatoio delle pulsioni egemoniche (e delle paure) degli attori regionali, la calamita per eccellenza del fanatismo jihadista, la pedina di un Grande Gioco che coinvolge anche le superpotenze mondiali e di cui ancora non si intravede la fine. Ma quali sono i fili che, tendendosi e cambiando improvvisamente angolazione, hanno reso lo scenario siriano un groviglio inestricabile?

L’inizio della rivolta

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