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Una spinta alla staticità. L’arte in movimento di Jean Tinguely al Museo Stedelijk di Amsterdam


Da venticinque anni il mondo ha perso l’opportunità di ammirare nuove espressioni dell’estro cinetico di Jean Tinguely, grande scultore svizzero, ma questo non vuol dire che le sue macchine ed il suo ingegno non vengano celebrati nei grandi musei del mondo. In questo caso, è un museo olandese a dedicare una così ampia retrospettiva al lavoro di un artista che per tutta la vita fu affascinato dall’effimero e dal movimento.

photo credit john r. van rolleghem pictoright amsterdam 2016

Da venticinque anni il mondo ha perso l’opportunità di ammirare nuove espressioni dell’estro cinetico di Jean Tinguely, grande scultore svizzero, ma questo non vuol dire che le sue macchine ed il suo ingegno non vengano celebrati nei grandi musei del mondo. In questo caso, è un museo olandese a dedicare una così ampia retrospettiva al lavoro di un artista che per tutta la vita fu affascinato dall’effimero e dal movimento.

Praticamente nato e cresciuto a Basilea, di questa piccola città votata all’arte Tinguely amò molto gli spazi verdi che la circondano, facendovi le prime prove pratiche come artigiano – lavorando il legno e studiando il movimento indotto dall’acqua dei torrenti – e affiancandovi corsi professionali di pittura e disegno, che lo formarono nell’età giovanile.

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