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Libano: la legge elettorale tra Riyad e Tehran


Hariri e Aoun sono le due “novità” della politica libanese. L’elezione del Presidente Cristiano Maronita e la nomina a Premier del leader del Movimento Futuro sono stati il frutto dello stesso compromesso. I due ruoli hanno intrapreso però due strade diverse, con uno stesso obiettivo. Michel Aoun rappresenta la continuità.

Il Presidente del Libano Michel Aoun e il Primo ministro Saad al-Hariri. REUTERS/Mohamed Azakir

Hariri e Aoun sono le due “novità” della politica libanese. L’elezione del Presidente Cristiano Maronita e la nomina a Premier del leader del Movimento Futuro sono stati il frutto dello stesso compromesso. I due ruoli hanno intrapreso però due strade diverse, con uno stesso obiettivo. Michel Aoun rappresenta la continuità.

Il suo fine politico è riposizionare il Libano all’interno dello storico binomio Arabia Saudita/Iran. Nei mesi precedenti all’elezione dell’ex Generale, la Nazione stava vacillando pericolosamente verso Tehran, tradendo il suo stesso status di bilancia nell’influenza esterna. Gli attriti tra Ryad e Hariri, il taglio del budget verso il Libano, le accuse ad Hezbollah e l’invito ai cittadini sauditi di lasciare il paese erano i sintomi di un male che avrebbe potuto determinare conflitto sociale. Anche lo stesso Hezbollah era conscio dell’importanza di mantenere la struttura costituzionale libanese all’interno del dualismo tra le due potenze regionali Medio orientali. Il nervosismo sunnita necessitava di una diga.

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