La crisi del coronavirus ha dei risvolti geopolitici. La Cina ha escluso Taiwan dall’Oms e l’isola teme di non ricevere aggiornamenti tempestivi
Il nuovo coronavirus ha causato la morte di 41 persone in Cina e ne ha infettate più di 1300 in tutto il mondo, stando agli ultimi aggiornamenti diffusi sabato pomeriggio. Anche la Francia e gli Stati Uniti, oltre a diversi Paesi asiatici, hanno confermato dei casi.
I tassi di mortalità e di contagio del virus, che provoca una polmonite aggressiva, non sono ancora noti con precisione. Ne conosciamo però i sintomi – febbre, tosse e difficoltà respiratorie –, la capacità di trasmettersi da persona a persona e la sua origine: la città di Wuhan, nella Cina centrale, e nello specifico i suoi mercati di animali.
Alla paura che il coronavirus possa rapidamente contagiare grandi aree del pianeta si aggiunge il timore che il Governo di Pechino stia gestendo la crisi in maniera poco trasparente, minimizzandone la gravità per non scatenare il panico tra la popolazione cinese ed evitare uno scandalo internazionale. È esattamente quello che successe nel 2002 con la Sars, una forma acuta di polmonite causata da un coronavirus di ceppo diverso da quello attualmente sotto osservazione.
Oggi, tuttavia, l’impressione è che la Cina stia adottando un approccio diverso: c’è maggiore comunicazione e lo stesso Presidente Xi Jinping ha riconosciuto la serietà del problema, mentre le autorità hanno limitato i trasporti da e verso diverse città (tra cui Wuhan), aumentato i controlli e cancellato molti festeggiamenti pubblici per il Capodanno lunare.
La crisi del coronavirus possiede dei risvolti geopolitici. Anche Taiwan ha riportato dei casi di contagio, ma il Paese non può partecipare agli incontri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), riunitasi di recente proprio per discutere su come affrontare l’epidemia. La Cina – che non considera Taiwan come uno Stato indipendente ma come una provincia del suo territorio – ha infatti sfruttato la sua potenza diplomatica per escludere l’isola dall’Oms, con lo scopo di isolarla dalla comunità internazionale.
Taiwan teme adesso di non ricevere aggiornamenti tempestivi sul coronavirus, visto che dal 2016 – anno dell’elezione della Presidente Tsai Ing-wen, da poco riconfermata al potere – Pechino ha interrotto tutti i meccanismi di dialogo con Taipei.
@marcodellaguzzo
La crisi del coronavirus ha dei risvolti geopolitici. La Cina ha escluso Taiwan dall’Oms e l’isola teme di non ricevere aggiornamenti tempestivi