Lunedì il Governo italiano ha firmato un accordo con quello algerino per aumentare la fornitura di gas naturale già a partire dai prossimi mesi. Quali sono le possibili implicazioni di tale accordo all’interno dell’area mediterranea?
Lunedì il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, si sono incontrati ad Algeri per concordare un aumento delle forniture di gas proveniente dall’Algeria all’Italia, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. L’incontro si è concluso con la firma di un accordo tra l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, e il Presidente della società algerina Sonatrach, Toufik Hakkar.
Sebbene il Governo italiano avesse inizialmente sperato in un aumento consistente delle forniture in tempi più rapidi, l’accordo con il secondo esportatore di gas per il Belpaese ne prevede un aumento graduale. A partire da quest’anno saranno forniti tre miliardi di metri cubi di gas in più, mentre nel 2023 l’aumento della fornitura sarà di 6 miliardi di metri cubi. Solamente a partire dal 2024 si entrerà a pieno regime con almeno 9 miliardi di metri cubi di gas in più. Per il trasporto del gas algerino sarà usato il gasdotto Transmed, che collega l’Algeria e l’Italia passando per la Tunisia.
Cosa significa l’accordo per l’Italia
Draghi, con un breve discorso a termine della sua missione ad Algeri, ha spiegato le ragioni del nuovo accordo: ridurre la dipendenza dal gas russo alla luce del conflitto russo-ucraino. L’Italia è tra i Paesi europei con una maggiore dipendenza dalla Russia per le forniture di gas, impiegato negli impianti industriali, per i riscaldamenti e per la produzione di energia elettrica. Con il nuovo accordo le importazioni di gas dalla Russia dovrebbero ridursi di circa un terzo, e il Governo italiano è già a lavoro per trovare altre fonti e riorganizzare i consumi in modo da essere sempre meno dipendente da Mosca.
Le decisioni dell’Italia su questo piano sono importanti a livello europeo non solo perché mostrano una presa di posizioni contro il Governo di Putin, ma anche perché l’Italia dispone di una delle più grandi reti di trasporto del gas in Europa ed è vista, per questo, come un possibile ponte tra l’Europa e il Nord Africa per il gas e l’idrogeno verde prodotti in quest’ultima zona. In questa direzione, Draghi ha detto che l’Italia è anche pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energia rinnovabile e idrogeno verde.
Le conseguenze per gli equilibri nel Mediterraneo
Questa decisione fa tirare un respiro di sollievo all’Algeria, colpita da una mancanza di investimenti e instabilità politica, e le cui capacità di produzione ed esportazione sono indebolite da una domanda nazionale che si impossessa del 52% del gas naturale. Da notare la diminuzione negli ultimi mesi delle esportazioni di gas verso la penisola iberica a causa dell’inasprirsi dei rapporti diplomatici con il Marocco e, successivamente, con la Spagna. Infatti, nell’ottobre 2021, l’Algeria, in pieno conflitto diplomatico con il vicino nemico Marocco soprattutto per la storica questione della sovranità sul Sahara occidentale e dell’avvicinamento del Marocco a Israele, ha deciso di sospendere il gasdotto Maghreb Gas Pipeline-Europa (Meg), che dal 1996 collegava i giacimenti algerini all’Europa, in particolare alla Spagna, attraverso il regno marocchino.
Inoltre, la recente decisione di Madrid di abbandonare una politica decennale di neutralità sul Sahara occidentale e sostenere un piano di autonomia presentato dal Marocco ha portato a un ulteriore inasprimento dei rapporti con l’Algeria, che potrebbero riguardare anche la fornitura di gas. Sonatrach ha infatti avvertito all’inizio di questo mese che potrebbe aumentare il prezzo delle sue vendite di gas alla Spagna, che costituiscono più del 40% delle importazioni del Paese.
Dunque, se l’Algeria ha un proprio interesse strategico nell’aumentare l’export di gas verso l’Italia, allo stesso tempo, proprio alla luce di quello che i conflitti insegnano sull’importanza di diversificare le fonti, l’Italia sta cercando di aumentare le importazioni di gas naturale liquefatto da mercati come il Qatar, gli Stati Uniti e il Mozambico. Nei prossimi giorni il Governo italiano andrà in Congo, Angola e Mozambico, per valutare nuovi accordi per avere forniture extra nel medio-lungo periodo.
Lunedì il Governo italiano ha firmato un accordo con quello algerino per aumentare la fornitura di gas naturale già a partire dai prossimi mesi. Quali sono le possibili implicazioni di tale accordo all’interno dell’area mediterranea?