Mezzo milione di aborti clandestini ogni anno. Ma alla Camera è stato presentato un disegno di legge che può fare dell’Argentina un Paese all’avanguardia sul fronte del diritto all’aborto. Tutto si deciderà su un pugno di voti. E c’è chi tenta di coinvolgere Papa Francesco
I circa 500.000 aborti clandestini annuali potrebbero dipendere dall’indecisione di soli 50 deputati. In Argentina, avanza il dibattito pubblico e parlamentare sulla depenalizzazione dell’aborto, ma in tanti sembrano aver già deciso la loro posizione. Rimangono in sospeso solo pochi parlamentari, secondo i media locali. Se il progetto di legge per il “diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito” dovesse trovare consensi nei prossimi mesi, l’Argentina diventerebbe uno dei Paesi latinoamericani all’avanguardia sul tema.
Attualmente, una donna argentina non ha la possibilità di optare per l’interruzione della gravidanza. Può farlo solo se la sua vita, la sua salute fisica e mentale sono in pericolo. È inoltre possibile effettuarlo se la donna è vittima di violenza sessuale. L’articolo 1 del nuovo progetto, firmato da 71 deputati di vario colore politico, afferma che «in esercizio del diritto umano alla salute, ogni donna ha il diritto di decidere volontariamente l’interruzione della sua gravidanza durante le prime quattordici settimane». L’operazione dovrebbe essere garantita dal sistema sanitario entro 5 giorni dalla prima richiesta.
Secondo la “Campaña por el Derecho al Aborto Legal, Seguro y Gratuito”, il ministero della Salute ha riconosciuto che nel 2015 sono stati realizzati fra i 370.000 e 522.000 aborti. Numeri che si ripeterebbero con costanza annuale, ma sui quali è difficile arrivare ad un consenso a causa della clandestinità della pratica.
Il governo, rendendosi conto dell’importanza del dibattito pubblico, ha però cercato di diffondere dati più precisi. Il 17% delle donne che pratica aborti negli ospedali pubblici – e quindi solo in seguito alle condizioni citate – è di età inferiore ai 20 anni. Nel 2016, 43 donne sono morte a causa di tentativi di aborto (sia spontanei che indotti), convertendolo nella prima causa di morte materna nel Paese.
Delle 43 donne, 4 avevano meno di 20 anni; 12 fra i 20 e 24 anni; 8 tra i 25 e 29; 19 avevano invece più di 30 anni. Secondo il Cepal (Comisión Económica para América Latina y el Caribe), in Argentina si praticano 500.000 aborti all’anno su una popolazione femminile totale di circa 22 milioni.
Il 30% delle donne, fra i 15 e 29 anni, che hanno abbandonato la scuola lo hanno fatto a causa di una gravidanza. Si tratta di dati che, come evidenziato dal fronte pro-aborto, vanno di pari passo con la necessità di stimolare l’educazione sessuale nel Paese, cercando di superare la discriminazione di genere e limitando la colpevolizzazione della donna incinta.
Il fronte che invece i media argentini chiamano “pro-vita” ha presentato un contro-progetto, firmato da 15 deputati, e lo scorso fine settimana ha sfilato in tutto il Paese, con lo slogan «Sì alla vita, no all’aborto» a Buenos Aires. Il Presidente Mauricio Macri ha detto di «essere a favore della vita», ma di «non voler imporre la propria posizione a nessuno». Ha lasciato libertà di coscienza ai componenti di Cambiemos e stimolato il dibattito parlamentare, riconoscendone l’importanza. La posizione di Cristina Kirchner – che non ha legiferato sull’argomento nei suoi governi – è ancora indefinita, ma i figli Máximo e Florencia si sono schierati in favore della legge.
L’America Latina ha un rapporto complesso con l’interruzione volontaria della gravidanza. Le stime del Guttmacher Institute – che si occupa di salute riproduttiva negli Usa e nel mondo – dicono che America Latina e Caraibi hanno il più alto tasso di aborti per anno: 44 su 1000 donne in età riproduttiva. In Europa sono 29 e 17 nell’America del nord.
È inoltre la regione con il più alto tasso di gravidanze non pianificate: 96 su 1000. Secondo la Bbc, i recenti casi di zika – e la possibilità di dare alla vita un feto affetto da microcefalia – hanno incrementato le domande di aborto fino al 108%, con Brasile, Ecuador e Venezuela in testa alle richieste.
Il Cile ha recentemente approvato una storica legge per consentire l’aborto, ma i Paesi all’avanguardia rimangono Cuba, Guyana e Uruguay, il vicino al quale l’Argentina si ispira. I deputati sono divisi fra chi è sensibile, fra gli altri, alle rivendicazioni di movimenti contro il femminicidio – come l’ormai storico Ni Una Menos – sia alle fasce più conservatrici che vedono in Papa Francesco una guida sul tema, nonostante non si sia pronunciato con decisione sul dibattito. Riferendosi alle riflessioni ascoltate da un gruppo di adolescenti paraguaiani sulla gravidanza in adolescenza, il Papa ha detto che «neppure in una Camera dei deputati argentina ho sentito riflessioni come quelle dei giovani. Perché sono educati a pensare in maniera concreta, con il cuore e la testa». Un modo indiretto per invitare alla riflessione, ma anche una scappatoia per non intromettersi pesantemente nel dibattito già avviato.
@AlfredoSpalla
Mezzo milione di aborti clandestini ogni anno. Ma alla Camera è stato presentato un disegno di legge che può fare dell’Argentina un Paese all’avanguardia sul fronte del diritto all’aborto. Tutto si deciderà su un pugno di voti. E c’è chi tenta di coinvolgere Papa Francesco