Le ultime carte di Theresa May
Il Presidente Tusk: “Come sarà l’inferno per i promotori della Brexit?”
Il Presidente Tusk: “Come sarà l’inferno per i promotori della Brexit?”
In pochi giorni potrebbe accadere di tutto. O forse no. Theresa May, oggi a Bruxelles, tenterà disperatamente di raggiungere un nuovo accordo con l’Unione Europea in un clima infuocato. Durante la recente visita in Irlanda del Nord, il Primo Ministro ha discusso con gli alleati a Westminster del Democratic Unionist Party (DUP), e con Sinn Féin, Social Democratic and Labour Party, Ulster Unionist Party e Alliance Party. Il nodo rimane il backstop, l’accordo che garantisce un confine non rigido tra Irlanda e Irlanda del Nord. In caso di chiusura del confine, le implicazioni sono gravissime: da una parte, grandi svantaggi economici per l’Irlanda del Nord; dall’altra — fattore ancor più delicato — la messa in discussione del Good Friday Agreement, il trattato di pace sottoscritto nel 1998. Per Arlene Foster, leader del DUP, il backstop «è un accordo tossico perché mette a rischio l’unita del Regno Unito». Ma Bruxelles non accetterà facilmente l’eventuale fine del backstop, né una modifica all’accordo.
Nella giornata di ieri Donald Tusk, durante la conferenza stampa successiva all’incontro col Premier irlandese Leo Varadkar, ha detto ai giornalisti che «l’Unione Europea è il primo e più avanzato progetto di pace: noi non la metteremo a rischio». In un passaggio del suo discorso, il Presidente del Consiglio Europeo ha affermato: «Mi chiedo come sia quel posto speciale all’inferno per coloro che hanno appoggiato la Brexit senza neanche avere la bozza di un piano per realizzarla in sicurezza». Parafrasando Shakespeare: to backstop, or not to backstop, that is the question. Ma con la pace non si scherza.
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