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Ora Pechino usa anche i Big Data per reprimere il riottoso Xinjiang


Regione a maggioranza musulmana con aspirazioni autonomiste, lo Xinjiang è da tempo oggetto di attenzioni speciali da parte di Pechino. Che ora combina raccolta dati e intelligenza artificiale per rafforzare il controllo, usando anche modelli predittivi stile Minority Report

Un uomo di etnia uigura cammina lungo il sentiero che porta alla tomba dell'Imam Asim nel deserto di Taklamakan nella regione autonoma dello Xinjiang Uiguro, Cina, 21 marzo 2017. REUTERS / Thomas Peter

Regione a maggioranza musulmana con aspirazioni autonomiste, lo Xinjiang è da tempo oggetto di attenzioni speciali da parte di Pechino. Che ora combina raccolta dati e intelligenza artificiale per rafforzare il controllo, usando anche modelli predittivi stile Minority Report

Lo Xinjiang è una delle regioni più intriganti della Cina. Confina con otto stati, ed è stato storicamente un crocevia fondamentale della Via della seta, con le sue strade che immaginiamo ancora oggi polverose, percorse da avventurieri, esploratori, farabutti e religiosi. In questa regione risiedono le origini della cultura musulmana, alcune città solo a nominarle – Kashgar, ad esempio – scatenano sentimenti legati a commerci, scambi, vite straordinarie. Nelle città della regione i mercati all’aperto, l’odore della carne d’agnello e delle spezie, catapultano chiunque in luoghi arabeggianti. I cinesi della regione hanno gli occhi azzurri o barbe lunghe; attraverso lo Xinjiang, le sue città, monti e il deserto, si può ammirare la grandezza paesaggistica, storica, culturale ed etnica della Cina.

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