Coronavirus, Apple: scontro sulla privacy con Parigi
Coronavirus, Apple: la Francia chiede di rimuovere alcune misure di protezione della privacy dai dispositivi Apple in modo da rendere più efficaci le app di contact tracing
Coronavirus, Apple: la Francia chiede di rimuovere alcune misure di protezione della privacy dai dispositivi Apple in modo da rendere più efficaci le app di contact tracing
La Franciaha chiesto ad Apple di rimuovere alcune misure di protezione della privacy dai suoi dispositivi in modo da aumentare la portata dell’applicazione per il contact tracing, ovvero il tracciamento dei contagi da coronavirus.
In tutta Europa sono diversi gli Stati – tra cui l’Italia – che si stanno rivolgendo a strumenti di questo tipo per monitorare la diffusione della pandemia, spesso presentando proprio una contrapposizione tra privacy e sicurezza. Anche Apple e Google hanno iniziato a lavorare insieme a una tecnologia comune “per aiutare Governi e autorità sanitarie”.
La Francia vuole che la sua app per il contact tracing sia pronta entro l’11 maggio, data in cui dovrebbero venire allentate alcune restrizioni alla mobilità delle persone. In un’intervista a Bloomberg, il Ministro per l’Economia digitale Cédric O ha detto però che alcune impostazioni sulla privacy presenti nei sistemi operativi di Apple ne stanno ostacolando lo sviluppo e l’efficacia.
In breve, il sistema operativo presente sugli iPhone impedirebbe all’app francese per il contact tracing – poiché si basa sul Bluetooth e implica un trasferimento di dati dal dispositivo – di funzionare in background. Si tratta di una limitazione pensata per tutelare la privacy degli utenti, ma che in questo caso entra in contrasto con la soluzione di Parigi.
Il tema di fondo, scrive il Guardian, è il seguente: chi, tra lo Stato e le grandi aziende tecnologiche, ha l’autorità per decidere in che modo bilanciare l’estensione del contact tracing con il rispetto della privacy?
Parigi e Apple propongono infatti due sistemi diversi.
Quello francese è un sistema “centralizzato”. In parole semplici, prevede che i dati degli utenti raccolti dall’app vengano inviati a un server centrale, gestito dal servizio sanitario nazionale, che provvederà poi ad avvisare i cittadini nel caso in cui dovessero venire a contatto con una persona positiva al coronavirus.
Quello di Apple e Google è invece un sistema “decentralizzato” e funziona in maniera diversa. In questo caso, non è lo Stato che informa il cittadino di essere entrato in contatto con una persona infetta, ma è il cittadino che sceglie di avvisare lo Stato dopo aver ricevuto una notifica sul suo telefono. In Italia l’applicazione per il tracciamento dei contatti, chiamata “Immuni”, dovrebbe adottare il modello decentralizzato.
Il sistema centralizzato permette ai Governi di disporre di una quantità di dati molto maggiore. Ma viene anche considerato da diversi esperti sia meno sicuro, sia più “controverso”, perché la raccolta di grandi moli di dati sensibili – come quelli relativi alla salute o agli spostamenti – potrebbe eventualmente aprire la porta a misure di sorveglianza della popolazione.
La Franciaha chiesto ad Apple di rimuovere alcune misure di protezione della privacy dai suoi dispositivi in modo da aumentare la portata dell’applicazione per il contact tracing, ovvero il tracciamento dei contagi da coronavirus.
In tutta Europa sono diversi gli Stati – tra cui l’Italia – che si stanno rivolgendo a strumenti di questo tipo per monitorare la diffusione della pandemia, spesso presentando proprio una contrapposizione tra privacy e sicurezza. Anche Apple e Google hanno iniziato a lavorare insieme a una tecnologia comune “per aiutare Governi e autorità sanitarie”.
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