Confindustria presenta un documento “straordinario” per l’economia per reagire fin da subito all’emergenza coronavirus. Pensando già alla ripartenza
Una crisi straordinaria come quella del Covid-19 richiede azioni straordinarie. È la linea della Banca centrale europea, che nei giorni scorsi ha annunciato un programma da 750 miliardi per l’acquisto di titoli dei Paesi dell’eurozona. Ma è anche la linea di Confindustria.
L’organizzazione guidata da Vincenzo Boccia ha presentato un documento denso di proposte “per una reazione immediata” all’emergenza coronavirus. Un’emergenza sanitaria ed economica allo stesso tempo, visto che la pandemia – attraverso il blocco delle attività produttive e il crollo della domanda – minaccia la tenuta del sistema industriale italiano ed europeo.
È dunque necessario, secondo Confindustria, adottare interventi “di carattere straordinario” sia a livello nazionale, sia in sede europea: l’Italia, da sola, non può farcela.
Bruxelles ha fatto la sua mossa, mettendo a disposizione un totale di 1000 miliardi di euro per garantire liquidità agli Stati membri. Confindustria rilancia, e chiede di affiancare a questi strumenti anche l’emissione di titoli di debito europeo (i cosiddetti eurobond): serviranno – si legge al punto 1 del piano – a finanziare il potenziamento dei sistemi sanitari ma anche a sorreggere le imprese, a tutelare l’occupazione e ad aiutare le famiglie. E, in ultima istanza, a sostenere la ripresa economica una volta che l’emergenza sarà terminata.
Superando lo scetticismo di parte della politica italiana, Confindustria chiede inoltre un utilizzo “efficace” del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, noto anche come fondo salva-Stati. Visto il quadro di crisi, Confindustria ritiene che si debba adottare una “visione strategica” e aggirare il rispetto di alcuni parametri, così da mettere a disposizione dei membri dell’Unione tutte le risorse necessarie a salvare il loro sistema produttivo e a innescare il processo di ripartenza. Anche perché, considerati gli stretti legami tra le economie europee, un Paese al collasso finirebbe col trascinare con sé anche gli altri.
Per quanto riguarda il nostro Paese, con il decreto legge “Cura Italia” il Governo Conte ha già preso alcune misure per aiutare le aziende e i lavoratori. A questa prima risposta, sostiene Confindustria, devono però fare seguito ulteriori iniziative: le imprese – dalle piccole alle grandi – hanno bisogno di sostegni alla liquidità per essere in grado di superare la fase di blocco dell’offerta e della domanda.
Fondamentale, infine, non concentrarsi sulla situazione attuale ma guardare oltre, al lungo periodo. Un punto cruciale, che nel piano di Confindustria viene ribadito più volte, è la necessità di mettere le imprese nella condizione di ripartire una volta che l’emergenza Covid-19 sarà passata. Tramite, ad esempio, dei finanziamenti agevolati a lungo termine. Con un occhio di riguardo alle imprese strategiche.
Anche in questo caso, l’approccio deve essere europeo: l’Italia deve spingere, cioè, per una sospensione temporanea delle regole comunitarie che ostacolano il pieno supporto alle aziende.
Una crisi straordinaria come quella del Covid-19 richiede azioni straordinarie. È la linea della Banca centrale europea, che nei giorni scorsi ha annunciato un programma da 750 miliardi per l’acquisto di titoli dei Paesi dell’eurozona. Ma è anche la linea di Confindustria.
L’organizzazione guidata da Vincenzo Boccia ha presentato un documento denso di proposte “per una reazione immediata” all’emergenza coronavirus. Un’emergenza sanitaria ed economica allo stesso tempo, visto che la pandemia – attraverso il blocco delle attività produttive e il crollo della domanda – minaccia la tenuta del sistema industriale italiano ed europeo.
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