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L’esperto di relazioni internazionali Parag Khanna espone il suo punto di vista sui limiti delle democrazie contemporanee, interpreta le odierne tendenze isolazioniste e indipendentiste e ipotizza modelli di Stato futuri
«La democrazia è in crisi ovunque la gente pensi che essa, da sola, sia in grado di garantire un buon governo. Così non è». I limiti delle odierne democrazie occidentali e i pregi di una tecnocrazia diretta e della presidenza collettiva sono alcuni dei temi sviluppati nel nuovo libro dell’esperto di relazioni internazionali – segnalato dalla rivista Esquire come una delle settantacinque persone più influenti al mondo – Parag Khanna, La rinascita delle città-Stato. In che direzione dovrebbe andare l’Europa? («Technocracy in America»), pubblicato in Italia da Fazi Editore con la traduzione di Franco Motta.
La democrazia può generare la tirannia. Platone la pone al penultimo grado di degenerazione dei regimi politici. Parag Khanna, la democrazia è oggi in crisi?
Uno stato forte e competente è il vero fattore di distribuzione del welfare ai cittadini. La democrazia è semplicemente il mezzo attraverso cui i cittadini esprimono le proprie preferenze. Poiché essi hanno opinioni molto contrastanti e le minoranze possono sabotare i sistemi di governo, la democrazia, come argomentato da Platone, può in effetti sfociare nella tirannia .
Concorda con il giurista Lawrence Lessig? L’America è una fund-ocracy?
Sì, senza dubbio. Tutti gli esponenti politici più rappresentativi impiegano tanto tempo a raccogliere fondi per le elezioni quanto per l’attività normativa o l’incontro con i propri elettori. D’altronde, il vero processo atto a stabilire i possibili candidati passa attraverso la raccolta fondi. Così, su entrambi i livelli, Lessig è nel giusto.
L’elaborazione di scenari potrebbe rappresentare un valido approccio? La Brexit si sarebbe potuta evitare grazie a esso?
Assolutamente. L’elaborazione di scenari è un mezzo essenziale di cui tutti i governi hanno bisogno per identificare e prepararsi ad affrontare al meglio nel futuro problematiche quali l’innovazione tecnologica, i rischi geopolitici e la competizione economica. Se l’amministrazione pubblica inglese fosse stata incaricata di elaborare prima del voto scenari verosimili sui costi della Brexit, allora sicuramente i cittadini avrebbero votato in maniera diversa. La Gran Bretagna ha risentito e continuerà a risentire enormemente dello smantellamento della sua qualificata e competente amministrazione pubblica.
È ancora possibile un tipo di governo meritocratico nell’epoca della post-verità’?
Un governo indipendente e meritocratico è più importante che mai nell’epoca della post-verità! Chi ancora perseguirà come una priorità la raccolta onesta di dati e l’esercizio dell’arte della politica al servizio della collettività nel suo complesso e non solo in vista di interessi particolari? Solo un governo meritocratico e finalizzato all’utile sarà in grado di fare ciò.
Si vanno diffondendo tendenze isolazioniste (l’America di Trump, la Brexit) e indipendentiste (come le aspirazioni catalane e curde). Come interpreta questi percorsi centrifughi?
Credo che il decentramento costituisca la forza politica più potente nella storia. Città e province stanno rivendicando una maggiore autonomia politica e fiscale per poter prendere le proprie decisioni. Ciò è inevitabile e in molti casi salutare. Una volta che i nuovi Stati si sono costituiti regolano i propri confini con i Paesi limitrofi, contribuendo alla pace globale.
I piccoli Stati sono più efficienti? Potrebbero costituire i modelli del domani?
Di regola, i piccoli Stati sono più efficienti e attenti alle proprie risorse. Essi non rappresentano tanto un modello per il domani quanto per l’oggi. Questo è il motivo per cui mi concentro particolarmente sulla Svizzera e Singapore in questo libro. Obiettivamente, essi sono i Paesi meglio governati e performanti del mondo.
Quali sono le caratteristiche principali di un info-Stato? Quali potrebbero essere considerati come info-Stati oggi?
L’info-Stato utilizza allo stesso tempo la consultazione democratica e la raccolta di dati per determinare le priorità chiave dei cittadini e delle realtà locali in materia di economia, istruzione e infrastrutture. Lo stato usa questa combinazione di consultazione dei cittadini e apporto di dati per formulare le politiche adeguate, monitorarle, raccogliere riscontri e perfezionarle in tempo reale. Questo è quanto un buon governo dovrebbe fare.
Quali sarebbero i benefici di una presidenza collettiva?
Non vi è alcuna ragione per cui le decisioni di carattere esecutivo debbano essere prese da una sola persona. Quale singolo individuo può destreggiarsi continuamente e con competenza tra problematiche nazionali ed estere, economiche e strategiche allo stesso tempo? In Svizzera e in Cina, così come in certa misura a Singapore, le funzioni esecutive sono governate da un Comitato di figure (alcune elette) che possono discutere e trovare un punto di compromesso rappresentando un vasto settore di interessi. Ciò assicura che vi sia un considerevole supporto alle politiche intraprese.
La democrazia è basata sul compromesso. Il primato della tecnocrazia potrebbe generare un deficit di etica?
Come accennato prima, una buona tecnocrazia è molto abile nel trovare posizioni di compromesso tra interessi differenti. Il punto è che un sistema tecnocratico potrebbe anche concentrarsi nel dare piena applicazione a posizioni e politiche consensuali, non soltanto limitarsi a parlarne.
L’esperto di relazioni internazionali Parag Khanna espone il suo punto di vista sui limiti delle democrazie contemporanee, interpreta le odierne tendenze isolazioniste e indipendentiste e ipotizza modelli di Stato futuri