Gli exit poll danno Aleksandr Lukashenko vincente con l’80% dei voti. L’Unione Europea: serve conteggio accurato…
Le imponenti proteste di piazza in Bielorussia seguite alla diffusione degli exit poll che davano, ancora una volta, vincente il Presidente Aleksandr Lukashenko potrebbero essere un turning point per il Paese est-europeo. Una serie di accuse d’interferenze straniere da parte del Governo e la repressione politica avvenuta nel corso della campagna elettorale hanno portato al diffuso malcontento, sfociato negli scontri degli ultimi giorni. Si registra la morte di un manifestante, travolto da una camionetta della polizia, e l’arresto di almeno 3000 persone.
Svetlana Tikhanovskaya, divenuta la principale avversaria del Presidente, si è fermamente opposta al risultato, arrivando ad affermare di considerarsi lei la vincitrice delle elezioni. La candidata, moglie del blogger Sergei Tikhanovsky che avrebbe dovuto sfidare Lukashenko domenica scorsa, ha proseguito il lavoro del marito dopo il suo arresto, divenendo un’inusuale antagonista elettorale. È infatti la prima volta che un outsider come Tikhanovskaya riceve un consenso così elevato, tanto che ai suoi comizi hanno partecipato decine di migliaia di cittadini.
Dalla sua parte Viktor Babariko, ex Presidente della Belgazprombank al quale è stata impedita la candidatura. L’appoggio di Babariko è significativo, perché la banca da lui già diretta è posseduta in maggioranza dalla russa Gazprom e Gazprombank. In un primo momento la società del Ceo Alexey Miller ha preso le distanze dalle accuse di riciclaggio rivolte a Babariko, per poi criticare l’introduzione di un’amministrazione temporanea da parte delle autorità locali, affermando che la decisione è stata presa “in flagrante violazione” della legge bielorussa.
Minsk si ritrova sempre più isolata. Nonostante i numerosi accordi diplomatici con la Russia, i due storici alleati hanno recentemente vissuto tensioni per l’accordo sul prezzo del petrolio che Minsk riceve — pagandolo normalmente a prezzi agevolati — da Mosca e, ultimo ma non meno importante, sull’arresto di 33 cittadini russi. Il gruppo di uomini è stato fermato dalle autorità bielorusse perché sospettato di voler fomentare disordini nel periodo pre-elettorale, accusa riproposta da Lukashenko nella giornata di lunedì.
Sul fronte occidentale, il rapporto con l’Unione Europea non gode di buona salute. Nelle settimane che hanno preceduto il voto, la Commissione von der Leyen si è ripetutamente rivolta direttamente alla Commissione Elettorale Centrale e agli organismi statali del Paese chiedendo un corretto processo elettorale. Nella giornata di lunedì, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell e il Commissario all’Allargamento Olivér Várhelyi hanno contestato la gestione delle elezioni, condannato la violenza perpetrata verso i manifestanti e chiesto che vengano pubblicati “risultati che riflettono la scelta dei cittadini della Bielorussia”.
Per Lukashenko, che governa il Paese dal 1994, le proteste di domenica sera sono state orchestrate da Regno Unito, Repubblica Ceca e Polonia. “Abbiamo tracciato le chiamate dall’estero, ma loro non capiscono quel che fanno, sono facili da controllare”, ha affermato con disprezzo il Presidente. “Non permetteremo a nessuno di dividere la nazione”, ha aggiunto.
La Polonia ha sollecitato una riunione del Consiglio dell’Ue per discutere la delicata questione bielorussa. Dal Ministero degli Esteri di Varsavia viene chiesto a Minsk “di rispettare i diritti umani fondamentali. È inaccettabile l’uso della forza contro manifestanti pacifici e il loro arresto arbitrario”. Anche per la Germania “ci sono chiare indicazioni di frode nel voto presidenziale. Non sono stati garantiti i minimi standard nello svolgimento del processo elettorale. L’Unione Europea sta discutendo su come reagire”.
@melonimatteo
Gli exit poll danno Aleksandr Lukashenko vincente con l’80% dei voti. L’Unione Europea: serve conteggio accurato…
Le imponenti proteste di piazza in Bielorussia seguite alla diffusione degli exit poll che davano, ancora una volta, vincente il Presidente Aleksandr Lukashenko potrebbero essere un turning point per il Paese est-europeo. Una serie di accuse d’interferenze straniere da parte del Governo e la repressione politica avvenuta nel corso della campagna elettorale hanno portato al diffuso malcontento, sfociato negli scontri degli ultimi giorni. Si registra la morte di un manifestante, travolto da una camionetta della polizia, e l’arresto di almeno 3000 persone.
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