Gerardo Pelosi risponde ai commenti relativi al suo articolo “Libia, il fiasco di Haftar” postati sui nostri social
Valerio Zazzeri (Facebook) scrive:
Lei parla di “fiasco” di Haftar, ma in realtà è arrivato alle porte di Tripoli ormai, minaccia già le periferie, dopo anni di lenta ma inarrestabile avanzata. Dove sarebbe il fiasco?
Daniele Monaco (Facebook) scrive:
Haftar è a meno di 40 km da Tripoli e a breve si pappa l’intera Libia. Perché parlare di “fiasco”? Non immagino cosa potesse essere un trionfo a questo punto, sono già arrivati all’aeroporto di Tripoli. È un problema di fonti o forse ideologico?
Gentili Valerio e Daniele,
i vostri sono commenti che confermano come ci si trovi in presenza di una guerra di attrito senza rottura dei fronti ma più mediatica e combattuta con annunci e dichiarazioni e molto meno con artiglieria pesante. Non si spiegherebbe altrimenti come sia stato possibile che in una settimana l’assedio di Haftar a Tripoli abbia prodotto 50 morti, la metà di una singola bomba a Baghdad.
I problemi ovviamente sono più complessi e coinvolgono le posture geopolitiche di molti Paesi, a cominciare da Egitto, Russia e Francia. Non è però una forzatura parlare di “fiasco” per Haftar, che aveva fatto male i suoi calcoli se pensava di entrare trionfalmente a Tripoli senza sparare un solo colpo con una parte delle milizie che si sarebbero alleate alla LNA. E nulla di ciò è avvenuto finora. Mi pare.
Inoltre, le milizie di Misurata, fedeli a Tripoli, hanno bloccato l’unica strada di collegamento tra il fronte e Bengasi, tagliando così qualsiasi possibilità di rifornimento alle truppe del generale.
In pratica, il nostro Napoleone non sembra messo benissimo…
Leggi l’articolo di Gerardo Pelosi “Libia, il fiasco di Haftar”
@pelosigerardo
Gerardo Pelosi risponde ai commenti relativi al suo articolo “Libia, il fiasco di Haftar” postati sui nostri social