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Steve Bannon: dialogo con il Diavolo [Parte 2]


Per il guru di Trump, i Repubblicani sono gli unici negli Usa che combattono l'immigrazione clandestina

La seconda parte dell'intervista è focalizzata sul tema dell'immigrazione, oggi più che mai cruciale. Come si coniuga, secondo Bannon, il concetto di "migrante" con l'identità nazionale di un Paese? Abbiamo il dovere morale di protezione verso coloro che fuggono dalle persecuzioni, ma i migranti rappresentano davvero la causa della distruzione della classe lavoratrice di un Paese? Ascoltiamo cosa ne pensa il guru di Trump...

PARTE 2 - QUESTIONE MIGRANTI (Per ascoltare la prima parte del video sui nazionalismi fai clic qui)

L'intervista in italiano:

Claudio Corbino: Oggi la questione migranti è una delle più cruciali per l’Italia, così come per l’Europa. Per lei c’è una relazione tra la questione migranti e il concetto di identità nazionale?

Steve Bannon: Alla base dell’immigrazione c’è, a mio parere, un motivo economico, la soppressione dei salari e la distruzione della classe lavoratrice e del ceto medio. Questo su scala globale…

Claudio Corbino: Non dovrebbe essere un dovere morale salvare la vita dei migranti nel bel mezzo del mar Mediterraneo?

Steve Bannon: Io penso sia un dovere morale aiutarli nel loro Paese, non portarli nei nostri Paesi e dargli un permesso per restare. Sia chiaro, abbiamo il dovere di salvarli, di non lasciarli annegare, ma questo non significa che dobbiamo introdurli all’interno dello stato sociale (welfare) in Italia e quindi distruggere la classe lavoratrice. Questo va a gravare in Italia meridionale come in altri Paesi, ad esempio Ungheria, così come allo stesso tempo mette a rischio la classe lavoratrice in Texas, in Arizona, in Mexico. La soluzione – per l’America centrale, per l’Italia meridionale – non riguarda la classe lavoratrice. Mettiamo da parte per il momento il concetto di identità nazionale. Il punto è che ci sono globalisti che vogliono basse retribuzioni. I donatori repubblicani sono gli unici negli Stati Uniti che vogliono combattere l’immigrazione illegale. Per questo, Donald Trump rappresenta una sorta di rivoluzione nel partito repubblicano. La seconda questione, l’identità nazionale. Come puoi gestire te stesso all’interno della tua nazione, dei tuoi confini? Ci sono delle politiche migratorie razionali. Tutto questo è stato scatenato dalla figura politica più arrogante e prepotente che io abbia mai conosciuto, Angela Merkel. Negli Stati Uniti abbiamo quasi 1 trilione di dollari come budget per la difesa. La maggior parte vanno alla Nato. Abbiamo sottoscritto i primi giorni dell’amministrazione Trump 30 miliardi di dollari. L’intero budget della Germania riservato alla difesa è di 35 miliardi di dollari. Noi abbiamo un’economia di 15/16 trilioni di dollari, voi un’economia da 5 o 6 trilioni di dollari, siete meno di quello che noi mettiamo nei vostri 35 trilioni di dollari. Questo è il problema. Voi prendete 1.5 milioni di rifugiati – penso che il 75% siano uomini di età compresa tra i 15 e i 35 anni – senza sapere nulla del loro passato, non avete alcuna idea di chi sia questa gente, non sapete a quale affiliazione appartengono. In cinque anni saranno idonei per avere il visto, prenderanno un aereo da Francoforte per gli Usa. Questo non è assolutamente accettabile per noi negli Stati Uniti.

Giuseppe Scognamiglio: Lei ammette che non è sempre stato così, no? Duecento anni fa la storia era totalmente differente. Avete tirato su un Paese da immigrati. Quindi personalmente non penso sia una questione generica ma piuttosto una soluzione concreta, pratica, certamente non ideologica. Quindi, le 250 milioni di persone che oggi vivono fuori dal loro Paese d’origine – più o meno una cinquantina di Stati nel mondo – come possiamo gestirli nel concreto?

Steve Bannon: Con un maggior coinvolgimento/impegno in Paesi come l’Africa subsahariana. Come ho detto fin dall’inizio, nell’amministrazione Trump, dobbiamo intervenire direttamente nelle cinque nazioni nell’America centrale, con più aiuti, più interventi, più investimenti…

Giuseppe Scognamiglio: Quindi la Via della Seta potrebbe essere una soluzione in questo senso, perché molti dei 66 Paesi coinvolti nel progetto sono Paesi di origine di molti dei migranti che arrivano in Europa…

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