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Il Kazakistan guarda al futuro in un contesto geopolitico incerto


Le elezioni parlamentari del 19 marzo hanno segnato un passo decisivo in direzione del cambiamento, che vuole scardinare elementi tipici del passato, come il sistema oligarchico e la riduzione del ruolo dello Stato nell’economia

Silvia Boltuc Silvia Boltuc
Silvia Boltuc (Roma), analista specializzata in geopolitica e conflitti, è attualmente Managing Director di SpecialEurasia.

Le elezioni parlamentari del 19 marzo hanno segnato un passo decisivo in direzione del cambiamento, che vuole scardinare elementi tipici del passato, come il sistema oligarchico e la riduzione del ruolo dello Stato nell’economia

L’aria che si respira ad Astana è un’aria di forte aspettativa rispetto ad un cambiamento atteso da molto tempo. Del Kazakistan si conosce bene il passato sovietico; a ben ricordare il Paese è rimasto per quattro giorni l’ultimo pezzo di Unione Sovietica a resistere quando anche l’area oggi nota come Federazione Russa ne era uscita il 12 dicembre 1991. I venti del cambiamento oggi soffiano in una nuova direzione che vuole scardinare elementi tipici del passato come il sistema oligarchico. Le nuove generazioni nate nel Kazakistan indipendente (il 25% della popolazione kazaka) non condividono il passato sovietico con le generazioni precedenti e avanzano nuove richieste.

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