Erdogan annuncia l’invio di soldati in Libia a sostegno del Primo Ministro Serraj. E attacca la Russia per la presenza di mercenari schierati con il generale Haftar
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato ieri che manderà delle truppe in Libia a sostegno del Primo Ministro Fayez al-Serraj, il capo del Governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, con sede a Tripoli. Erdogan ha detto di aver risposto alla richiesta del Governo libico e che l’iniziativa sarà discussa dal Parlamento turco non appena riprenderanno i lavori, verso la metà della seconda settimana di gennaio.
Erdogan si era più volte mostrato disponibile a offrire un supporto militare a Serraj contro Khalifa Haftar, il generale che controlla l’est della Libia e che lo scorso aprile ha lanciato un’offensiva contro Tripoli: Haftar pensava di riuscire a conquistare la capitale in poco tempo, ma l’attacco è stato invece bloccato dalle milizie vicine a Serraj.
La guerra civile libica, scoppiata nel 2014, è diventata negli anni un conflitto internazionale, vista la presenza di numerosi Paesi stranieri schierati dall’una o dall’altra parte. Oltre al Qatar e alla Turchia, con la quale ha di recente firmato due importanti accordi, Serraj può contare ad esempio sull’appoggio – non sempre convinto e a tratti ambivalente, in realtà – dell’Italia, mentre Haftar è sostenuto da Russia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.
Nei giorni scorsi la Russia aveva criticato la possibilità di un intervento turco al fianco di Serraj. Ieri Erdogan ha risposto, attaccando Mosca per la presenza di mercenari del Gruppo Wagner – compagnia vicina al Cremlino e presente anche in Ucraina e Repubblica Centrafricana – che stanno collaborando con le forze di Haftar. Mosca e Ankara sono contrapposte anche in Siria: la prima appoggia il regime di Assad, mentre la seconda i ribelli.
Tornando alla Libia, gli interessi della Turchia sono essenzialmente due. Ankara punta a estendere la sua influenza sul Mediterraneo orientale (ricco di riserve di gas) e a garantirsi un certo controllo sul Governo di Serraj attraverso il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, di orientamento islamista e affine ai Fratelli Musulmani, estromessi dall’Egitto dopo il colpo di stato di Al-Sisi.
@marcodellaguzzo
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