Finita la convention Dem, con la Harris in risalita nei sondaggi, Trump deve reinventare la sua campagna elettorale: la nuova tecnica comunicativa punta a prendersi il voto degli uomini, anche in vista del duello in TV del 10 settembre.
Donald Trump deve cambiare passo. All’interno del mondo repubblicano ne sono tutti convinti: il tycoon deve avviare una campagna tutta nuova dopo che Kamala Harris ha sostituito Joe Biden. Da settimane il Gop chiede a Trump di avere un approccio nuovo, e diverso, per evitare di perdere le elezioni presidenziali in programma il prossimo 5 novembre. Impresa non semplice. Lui e il suo comitato elettorale sono stati spiazzati dall’addio di Biden dopo il disastroso dibattito del 27 giugno. Ora sembra che qualcosa sia cambiato e che Trump si sia messo a fare campagna con decisione e con una formula inedita per lui.
Una vecchia campagna
Da marzo, dopo la conquista definitiva della nomination, Trump ha avuto un calendario elettorale molto leggero, fatto di uno-due comizi a settimana e rimanendo lontano dagli elettori per diverso tempo. In fondo, era il ragionamento di Trump e del suo staff, non serve essere presenti ovunque, l’avversario, l’81enne Joe Biden, girava ancora meno e quindi non bisognava strafare.
Poi è arrivato luglio, il mese più difficile per l’ex presidente. Il dibattito contro Biden era andato così bene che per diversi giorni il tycoon è rimasto nella sua Mar-a-Lago, in Florida, senza fare campagna. Poi sono ripresi i comizi, è arrivato l’attentato di Butler, e infine l’esplosiva campagna di Harris che si è presa, sondaggi, soldi e ciclo dei media. Questo momentum della candidata dem è culminato con la convention di Chicago che l’ha presentata agli elettori e sancito il definitivo passaggio di consegne.
Uno scenario che in qualche modo ha mandato in tilt la macchina di Trump. Da un lato il presidente si è lanciato nei suoi soliti attacchi a testa bassa su caratteristiche personali della Harris, e poi si è lamentato dei suoi comizi. Voci vicine a tycoon hanno raccontato di un Trump furioso e invidioso per le radunate oceaniche di Harris nei primi giorni di campagna. Persino alcuni eventi sono finiti nel mirino dei critici, in particolare un comizio tenuto nel Montana, saldamente rosso e sicuramente non in bilico, e nel New Jersey, analogamente non in bilico perché in mano ai dem. Due perdite di tempo secondo molti.
Swing state e mini rally: il “nuovo” Trump
Dopo giorni e giorni di lavoro il suo comitato ha elaborato una nuova offensiva elettorale, con le prime avvisaglie proprio durante la convention dei democratici. Questa nuova campagna si allontana decisamente da quella precedente, e cambia non solo i temi, ma anche la struttura, il ritmo e le persone coinvolte. Per prima cosa aumenta notevolmente le uscite del presidente. Secondo fonti del comitato elettorale sentite dalla Cnn, il presidente dovrebbe visitare uno swing state al giorno e fino alle elezioni dovrebbe tenere “diversi eventi ogni settimana, se non uno ogni giorno”. Non solo. Stando a questa agenda è previsto che Trump visiti regolarmente almeno due stati al giorno.
Un simile ruolino di marcia cambia per forza la struttura stessa dei comizi. L’idea del comitato Trump è quella di tenere eventi molto più piccoli, ben diversi dai raduni oceanici cui ci aveva abituato il tycoon. Si tratta di mini rally concentrati su messaggi semplici, brevi e incisivi, pensati per evitare che Trump deragli parlando di qualsiasi cosa e che si svolgeranno in luoghi più intimi e con meno persone. La scelta del comitato parte da una serie di considerazioni: questo tipo di eventi è più facile da organizzare e costa molto poco, tiene Trump concentrato sull’obiettivo, va a pungolare fasce di elettori diverse. Secondo i consiglieri i grandi raduni del popolo Maga non spostano l’asse dei sondaggi, al contrario i raduni più intimi possono permettere a Trump di entrare in contatto con elettori indipendenti e indecisi.
Nuovi assunti per Trump
La nuova campagna parte ovviamente dagli Stati in bilico dove a breve arriveranno le prime schede elettorali per il voto postale e dove in settembre inizierà il voto anticipato, in particolare in Pennsylvania e Nord Carolina. Il comitato elettorale oltre a muovere il proprio candidato prevede di assumere nuovi membri dello staff nei vari swing state per rinforzare il porta a porta, ma anche di schierare alleati di Trump che animino gli elettori.
A questo proposito il comitato si è recentemente allargato con due assunzioni di peso. Stiamo parlando di Corey Lewandowski e Taylor Budowich. Il primo è stato uno dei capi della vittoriosa campagna del 2016 e servirà a Trump per due motivi, il primo è che Lewandowski è bravo a radunare persone agli eventi; il secondo riguarda invece le presenze in tv di Trump. Il vecchio consigliere, infatti si dovrebbe occupare di pianificare le uscite stampa. Budowich, invece, svolgerà un altro ruolo. Amministratore fino a qualche giorno fa della piattaforma Maga Inc, un super Pac che raccoglie fondi per Trump, Budowich ha un legame stretto con il candidato, gli da consiglio e lo dovrebbe motivare a stare concentrato sul messaggio da portare agli elettori.
Questa “nuova campagna” prevede che Trump si concentri su due argomenti nei quali si ritiene che Harris sia più vulnerabile: il confine e l’economia. Nei giorni scorsi il tycoon ha tenuto un evento lungo il muro al confine con il Messico nella contea di Cochise, in Arizona, dove ha attaccato l’amministrazione Biden, e quindi anche Harris, dicendo che il muro andava ultimato e che i dem hanno sprecato soldi pubblici. Nel frattempo un super Pac che sostiene la sua candidatura ha iniziato a mandare in onda spot sull’emergenza immigrazione in tre stati importantissimi per la vittoria finale: Wisconsin, Michigan e Pennsylvania.
Ma al di là dei mini rally e dei temi, i repubblicani stanno avviando un’offensiva anche su altri segmenti elettorali. Fonti della campagna sentite dal Wall Street Journal hanno confermato che il piano è di interagire con gli elettori anche in modi non tradizionali, come l’intervista con Elon Musk andata in onda su X. Sembra infatti che Trump voglia andare a prendere i voti aggiungendo ai media mainstream anche tutto il sottobosco nato nel mondo digitale, è il caso d’esempio della partecipazione al podcast del comico Theo Von.
Esponenti del comitato Trump fanno sapere che pescare in quei bacini significa andare a cercare i voti degli elettori indecisi, ma soprattutto di giovani uomini che si appoggiano a fonti alternative per informarsi. E infatti a inizio agosto il mondo conservatore ha lanciato un piano da 20 milioni di dollari con una serie di influencer per far registrare gli elettori. Il team Trump ha anche lanciato un piano per mandare alleati del tyccon come ospiti in programmi e podcast rivolti a un pubblico afroamericano e maschile. Un segmento che ha mostrato una mobilità interessante per i repubblicani e che in corse ravvicinate, come Michigan o Georgia, può fare la differenza. L’urgenza di questa nuova campagna si nota anche dalla mobilità di JD Vance. Trump ha chiesto espressamente che il suo candidato vice si muova molto. Si tratta di una piccola modifica rispetto ai piani originali. Il comitato, infatti, pensava che Vance dovesse rimanere solo nel Mid West e fare leva sulla sua esperienza per prendere i voti dei colletti blu. Ora però serve anche altrove e quindi è stato inviato in luoghi come il Nord Carolina.
Imbrigliare Trump
Servirà qualche settimana per vedere se la nuova offensiva avrà degli effetti sui sondaggi. È probabile che dopo il 5 settembre, giorno del Labor day, e giorno che nei fatti dà i via alla stagione elettorale vera e propria, si inizi a vedere un allineamento, complice anche l’avvicinarsi al dibattito del 10 settembre tra Trump e Harris. Da un certo punto di vista il piano del comitato Trump può funzionare, si adatta al nuovo scenario dopo l’uscita di Biden, e può essere efficace contro Harris. C’è però un problema. Può funzionare solo se Trump si concentra.
Alcune uscite hanno però dimostrato che non sempre va così. Durante un evento in Nord Carolina, dove Trump doveva parlare di sicurezza nazionale, il tycoon si è lasciato andare a insulti contro gli avversari, Harris, ma anche i due coniugi Obama, chiedendo alla folla se doveva insistere su quel fronte. “Ha 78 anni, non è mai stato qualcuno che si possa controllare”, ha detto un confidente di Trump sentito dalla Cnn. Anche in altre uscite il leader repubblicano ha spesso deragliato uscendo dallo script che il suo comitato aveva preparato e diffuso alla stampa prima dell’evento.
Nel frattempo il team ha iniziato a preparare lo scontro tv. Tra un comizio e l’altro, nelle ultime settimane Trump ha incontrato, in una serie di incontri molto riservati, membri repubblicani del Congresso, esperti di politica e vari consiglieri per preparare al meglio il faccia a faccia con Harris. Filtra che il team vorrebbe condurre un dibattito simile a quello fatto con Biden. Lo stesso Trump avrebbe detto in più di un’occasione di non aver bisogno di prepararsi, ma che gli basta studiare il suo avversario per perfezionare poi il suo messaggio. Una strada rischiosa dato che davanti non si troverà più un 81enne a volte poco lucido, ma un’ex procuratrice.
Donald Trump deve cambiare passo. All’interno del mondo repubblicano ne sono tutti convinti: il tycoon deve avviare una campagna tutta nuova dopo che Kamala Harris ha sostituito Joe Biden. Da settimane il Gop chiede a Trump di avere un approccio nuovo, e diverso, per evitare di perdere le elezioni presidenziali in programma il prossimo 5 novembre. Impresa non semplice. Lui e il suo comitato elettorale sono stati spiazzati dall’addio di Biden dopo il disastroso dibattito del 27 giugno. Ora sembra che qualcosa sia cambiato e che Trump si sia messo a fare campagna con decisione e con una formula inedita per lui.
Da marzo, dopo la conquista definitiva della nomination, Trump ha avuto un calendario elettorale molto leggero, fatto di uno-due comizi a settimana e rimanendo lontano dagli elettori per diverso tempo. In fondo, era il ragionamento di Trump e del suo staff, non serve essere presenti ovunque, l’avversario, l’81enne Joe Biden, girava ancora meno e quindi non bisognava strafare.