Il matrimonio multiplo regge e fiorisce, e non solo nel Terzo mondo.
Nei paesi sviluppati si tende a credere che la monogamia – un marito e una moglie, anche senza le identità sessuali del passato – sia il modo “corretto” per regolamentare i rapporti matrimoniali.
La poligamia (dal greco antico: “matrimonio con molti coniugi”) viene invece spesso considerata incivile ed è condannata sia dalle organizzazioni umanitarie che dagli attivisti per i diritti delle donne, mentre l’Onu ne caldeggia l’abolizione in base alla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR).
I matrimoni multipli sono spesso associati all’islam: la legge islamica o Sharia consente a un uomo di avere fino a 4 mogli insieme – anche se l’obbligo di trattarle equamente può rendere il ménage particolarmente costoso.
I più considerano la poligamia un antico vizio dell’umanità ormai in via di estinzione, ma i fatti sembrerebbero indicare che è molto più comune di quanto non si pensi. E anche più “prossima”. Entrambi i candidati per la presidenza Usa nel 2012, Barack Obama e il suo sfidante Mitt Romney, devono la propria esistenza alla poligamia.
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Il matrimonio multiplo regge e fiorisce, e non solo nel Terzo mondo.