Libia: Haftar e Serraj concordano sulla possibilità di un cessate-il-fuoco. Embargo, il Contrammiraglio Ettore Socci alla guida della missione Irini
Speranza in Libia per il rilancio del dialogo tra il Governo di accordo nazionale e l’Esercito nazionale libico. Fayez al-Serraj e Khalifa Haftar concordano sulla possibilità di un cessate-il-fuoco, con le parti che ripristineranno la Joint Military Commission 5+5, l’iniziativa alla quale hanno aderito il 23 febbraio 2020. La cautela in questo caso è massima, dato che i primi due tentativi di quest’anno di stop agli scontri sono falliti, con le forze della Cirenaica divenute sempre più violente contro la Tripolitania.
Il nuovo round negoziale è frutto del lavoro diplomatico delle Nazioni Unite, presente in Libia attraverso la missioneUnsmil. Gli sforzi dell’Onu sono spesso vanificati dalla forte contrapposizione esistente, tanto che al momento la posizione di Inviato Speciale è vacante in seguito alle dimissioni di Ghassan Salamé rassegnate nel mese di marzo. “La mia salute non mi permette più di gestire un tale livello di stress”, scrisse in un tweet Salamé. “Ho così chiesto al Segretario Generale di dispensarmi dalla posizione, augurando alla Libia pace e stabilità”.
La nuova svolta è apprezzata in primis proprio dall’Unsmil, che “spera che la risposta delle parti coincida con la fine delle ostilità e la riduzione nell’uso dell’incitamento e dell’odio verbale, allo scopo di giungere a una soluzione — continua la nota della missione — che ripristini la levatura dello Stato e delle sue istituzioni, così come la stabilità e il benessere che il popolo merita”. Ma a fare la differenza non saranno solo le due fazioni libiche: un ruolo di peso lo avranno le forze esterne, come la Turchia e la Russia. Infatti, l’Unsmil chiede che queste “rispettino le conclusioni che hanno appoggiato alla Conferenza di Berlino, nelle numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza” e quelle relative all’embargo sulle armi.
Il compito di supervisionare sul carico di munizioni in arrivo nell’ex Giamahiria di Gheddafi, così come la vendita illecita di petrolio, spetta alla missione navale Eunavfor Med “Irini” — pace, in greco — istituita dal Consiglio dell’Ue il 31 marzo, in ottemperanza alla Risoluzione del Consiglio di sicurezza 2292 (2016). Il comando operativo di Irini è a Roma: la missione è stata guidata inizialmente dal Contrammiraglio italiano Fabio Agostini, al quale è succeduto un altro ufficiale della Marina Militare, Ettore Socci, che resterà Force Commander fino al 18 ottobre 2020.
Proprio pochi giorni fa la fregata francese Jean-Bart dell’operazione Irini ha intercettato la petrolieraJal Laxmi, diretta a Tobruk, sulla costa orientale del Paese. L’obiettivo della petroliera era la vendita di prodotti raffinati a una società registrata negli Emirati Arabi Uniti, che supportano insieme alla Russia e all’Egitto il Generale Haftar. La National Oil Corporation della Libia ha sede a Tripoli ed è l’unica entità autorizzata all’esportazione del petrolio estratto.
Libia: Haftar e Serraj concordano sulla possibilità di un cessate-il-fuoco. Embargo, il Contrammiraglio Ettore Socci alla guida della missione Irini
Speranza in Libia per il rilancio del dialogo tra il Governo di accordo nazionale e l’Esercito nazionale libico. Fayez al-Serraj e Khalifa Haftar concordano sulla possibilità di un cessate-il-fuoco, con le parti che ripristineranno la Joint Military Commission 5+5, l’iniziativa alla quale hanno aderito il 23 febbraio 2020. La cautela in questo caso è massima, dato che i primi due tentativi di quest’anno di stop agli scontri sono falliti, con le forze della Cirenaica divenute sempre più violente contro la Tripolitania.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica