Sono stati emessi dai giudici spagnoli a gennaio, ma si è saputo solo ora. Dentro ci sono un ex primo ministro, un ex ministro della Difesa, l’attuale vice primo ministro e altre figure politiche di primo piano.
L’Audiencia nacional, la corte suprema speciale spagnola, ha mandato una dozzina di ordini di cattura internazionali all’Interpol. La richiesta è stata fatta dal giudice Jose de la Mata che, insieme ad altri colleghi spagnoli, sta indagando oltre una decina d’anni sulle gang criminali russe Tambovskaya e Malyshevskaya. Si tratta di due delle organizzazioni mafiose più forti e conosciute in Russia, i cui due capi, Gennady Petrov e Aleksande Malishev, sono già stati arrestati dai giudici spagnoli insieme a una ventina di persone.
Nella richiesta si parla di «fatti molto gravi» a carico di ciascuno dei ricercati e di reati commessi sia in Spagna che in Russia, come omicidi, traffico di droga e armi, estorsione e riciclaggio di denaro sporco.
Come nello scandalo dei Panama Papers sono le figure più vicine a Putin a esser coinvolte, mentre il nome del presidente russo resta vistosamente fuori.
Ma chi sono i personaggi coinvolti?
Figure di primo piano
Gli ordini di arresto sono partiti per Viktor Zubkov, ex primo ministro dal 2007 al 2008, successivamente vice primo ministro fino al 2012 e attuale membro del Cda di Gazprom; suo genero Anatoly Serdyukov, ex ministro della Difesa dal 2007 al 2012 e attuale direttore del colosso militare Rostec; l’attuale vice primo ministro Dmitry Kozak, entrato al Cremlino come capo dello staff presidenziale durante l’ascesa di Putin nel 2000; Vladislav Reznik, capo della commissione finanza della Duma e membro del partito di Putin, Russia Unita, e considerato dagli investigatori parte essenziale dei rapporti finanziari con la “cupola”. E ancora, l’ex vice primo ministro Igor Sobolevsky, l’ex ministro della Tecnologia Leonid Reiman e Nikolaj Aulov, membro della direzione generale del ministero dell’Interno.
Nella richiesta il giudice de la Mata ha scritto che Zubkov ha favorito l’organizzazione con alcune decisioni politiche, mentre Reznik «svolge tutte le attività necessarie di natura economica, legali o illegali come insider trading e diffusione di informazioni privilegiate ai più alti livelli in Russia a favore degli interessi di Petrov e della sua organizzazione». Sobolevsky si occupa di mantenere il collegamento tra le organizzazioni e la parte politica «curando lo scambio di favori» e Aulov, infine, «usa il suo potere e sue persone di fiducia per compiere atti di intimidazione o minaccia verso alcune persone che cercano di danneggiare Petrov».
Operazione Troika
L’inchiesta fu avviata dai giudici spagnoli Juan Carrau e Jose Grinda. In più di dieci anni di indagini sulla penetrazione della mafia russa in Spagna hanno raccolto migliaia di intercettazioni, passato allo scanner transazioni bancarie, proprietà immobiliari e asset finanziari. Lo scorso giugno hanno redatto un rapporto di quasi 500 pagine, la relazione più dettagliata mai scritta sulle attività della mafia russa all’estero, dalla quale emergono i collegamenti tra alte cariche dello stato e membri delle bande Tambovskaja e Malyshevskaya, i clan mafiosi che hanno prosperato nella San Pietroburgo degli anni 90, quando Putin era vicesindaco della città. E lo stesso presidente russo è più volte citato nelle intercettazioni.
Secondo il rapporto, il capo della cupola è Gennady Petrov, oscuro uomo d’affari. Grazie ai sui stretti legami con gli uomini della cerchia di San Pietroburgo, «l’organizzazione criminale capeggiata da Petrov è riuscita a penetrare nelle strutture dello stato in Russia non solo grazie all’aiuto di Reznik ma anche a quello di diversi ministri», hanno scritto i giudici.
I ricercati sono tutti a piede libero in Russia.
@daniloeliatweet
Sono stati emessi dai giudici spagnoli a gennaio, ma si è saputo solo ora. Dentro ci sono un ex primo ministro, un ex ministro della Difesa, l’attuale vice primo ministro e altre figure politiche di primo piano.