Uno studente francese racconta la sua esperienza e la lezione appresa attraverso la simulazione “Model European Union”, organizzata dall’Eastwest European Institute a Parigi (aprile 2019) e a Brussels (maggio 2019)
Come disse una volta Jean Monnet, l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di “creare un’unione tra le persone, non una cooperazione tra gli Stati”. Nell’esperienza di studio Model European Union, attraverso le simulazioni al Parlamento e al Consiglio Europeo la scorsa primavera, mi è sembrato che l’obiettivo dei padri fondatori sia stato veramente perso.
È comune pensare che le giovani generazioni, specialmente i millennials, non siano interessate alla politica, alle regole o semplicemente al mondo che le circonda. Un recente studio segnala che solo il 32% dei millennials europei ha indicato la democrazia come uno dei cinque valori sociali più importanti.
La simulazione del Model European Union ha dimostrato esattamente l’opposto. Tanti studenti si sono riuniti per riformare il sistema europeo di asilo e, anche se le nostre decisioni non hanno avuto un vero e proprio impatto sulla realtà, abbiamo investito anima e corpo per due giorni per rappresentare i partiti a noi assegnati, nella simulazione al Parlamento, e le nazioni designate, nella simulazione al Consiglio.
Abbiamo capito che il sistema attuale di asilo dell’Unione Europea è sbagliato e inadeguato, se messo a confronto con la proporzione colossale di persone che lasciano la loro nazione d’origine per raggiungere un territorio dove poter ottenere sicurezza e una prospettiva migliore. Più precisamente, il regolamento di Dublino mette una pressione senza precedenti sulle nazioni di confine e ciò comporta una sproporzione di tutte le richieste di asilo fatte nell’Unione Europea. Riformarlo è apparsa un’ovvia priorità.
Ci si domanda: è possibile trovare un accordo comune nonostante tutte le differenze e i punti di dissenso? Avendo fatto accurate ricerche prima delle simulazioni, siamo tutti giunti alla conclusione che, purtroppo, la maggior parte delle nazioni ha dimenticato il significato genuino di cosa voglia dire far parte di un’Unione e che quindi mette al primo posto l’interesse nazionale. L’ex Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini ha recentemente ribadito questo concetto dicendo “dobbiamo mettere gli interessi italiani prima di quelli dell’Unione Europea, o per lo meno sullo stesso piano.”
L’Italia non è certo un caso isolato. Il populismo e il sentimento di esasperazione generale permangono nel territorio europeo. Anche a livello studentesco, nella simulazione nazionale, ci è voluto un giorno intero per raggiungere la maggioranza durante la votazione di un emendamento e, senza data limite, chissà quanto altro tempo avrebbero preso le discussioni. I compromessi sono difficili da raggiungere ma negoziare dovrebbe essere un’arte sviluppata dai nostri leader.
Non si possono perseguire visioni fatalistiche riguardo l’adozione di un sistema europeo comune di asilo. L’Unione Europea esiste da più di mezzo secolo e ha affrontato numerosi problemi nel passato. Sarebbe irrealistico dire che la crisi migratoria non è allarmante, ma nessuno dovrebbe perdere la speranza. Secondo il diritto internazionale, l’asilo è un diritto umano cruciale e assicurarlo a coloro che lo chiedono è un obbligo secondo la Convenzione di Ginevra. Dopo i fallimenti dell’attuale legislazione europea, è ovvio che gli Stati membri debbano lavorare per la creazione di una responsabilità condivisa.
L’importanza di aiutare i richiedenti asilo non dovrebbe essere un peso per gli Stati europei, ma piuttosto un segno della solidarietà nei confronti dell’Unione Europea. Un nuovo sistema uniforme di asilo dovrebbe essere adottato in modo da assicurare un più efficiente e onesto esame delle richieste di asilo che garantisca il rispetto dei diritti umani per un’integrazione migliore.
Durante la nostra simulazione, è stato proposto un sistema centrale di assegnazione di responsabilità. Questo sistema assicurerebbe una distribuzione equa nell’Unione Europea basandosi su punti di riferimento quali il Pil, la popolazione, i territori inabitabili, ecc. In conclusione, gli Stati membri europei non dovrebbero dimenticare dei valori che sono stati importanti per rafforzare l’Unione: solidarietà e cameratismo.
Nimron Koneshchandra (Tolosa) studia Giurisprudenza alla Università di Tolosa-1 Capitole.
Link Eastwest European Institute
Uno studente francese racconta la sua esperienza e la lezione appresa attraverso la simulazione “Model European Union”, organizzata dall’Eastwest European Institute a Parigi (aprile 2019) e a Brussels (maggio 2019)