Cento giorni per rivoltare il Paese e ottenere i fondi del Recovery Fund. Alla fine l’Italia sarà un Paese talmente migliore che stenterà a riconoscersi: è prevista perfino una riduzione dell’evasione fiscale
Ormai ci siamo. A breve la cabina di regia per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (meglio conosciuto come Recovery Fund) presenterà i primi rendiconto per ricevere i sostanziosi versamenti della prima parte del 2022. Mancano le ultime precondizioni.
Le riforme hanno un costo che Bruxelles pagherà: da quella della giustizia alle politiche attive del lavoro, dalla legge quadro sulla disabilità all’università. Il Governo ha 100 giorni per completare il suo piano di riforme. Tra i 63 progetti legati Pnrr ben 23 devono essere approvati o attuati entro il 2021. Nella roadmap anche il proposito di ridurre ulteriormente, a 30 giorni (60 per la sanità), i tempi di pagamento della pubblica amministrazione entro fine del 2023.
Infatti dovrebbero essere varate, sempre entro fine anno 2021, una norma che introduca ulteriori semplificazioni del sistema degli appalti pubblici, una riforma della rete ferroviaria, la revisione delle lauree abilitanti e dei dottorati e la sinergia con le imprese e i centri di ricerca, così da potenziare la ricerca applicata. Nell’ambito della riforma delle Politiche attive del Lavoro, entro l’anno il Ministero è chiamato a introdurre la “Garanzia di occupabilità dei lavoratori” per i disoccupati.
Ma la riforma più ardua, tra quelle previste – udite, udite – è quella relativa alla lotta all’evasione fiscale (il target fissato dall’esecutivo è una riduzione della propensione all’evasione pari almeno al 15% rispetto al 2019, eccezion fatta per accise e Imu). Come è noto in Italia la lotta all’evasione, più che una riforma, è sempre stata una sfida. È un Paese migliore quello che viene delineato dal Pnrr. Un Paese che se dovesse realizzare metà delle riforme previste, stenterebbe perfino a riconoscersi.
Cento giorni per rivoltare il Paese e ottenere i fondi del Recovery Fund. Alla fine l’Italia sarà un Paese talmente migliore che stenterà a riconoscersi: è prevista perfino una riduzione dell’evasione fiscale
Ormai ci siamo. A breve la cabina di regia per l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (meglio conosciuto come Recovery Fund) presenterà i primi rendiconto per ricevere i sostanziosi versamenti della prima parte del 2022. Mancano le ultime precondizioni.