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Il ponte cinese che unirà Dubrovnik alla Croazia


Al via i lavori per il ponte di Sabbioncello, che permetterà alla Croazia di aggirare l’istmo bosniaco che spezza la contiguità del Paese. Il progetto suscita malumori a Sarajevo. Sarà finanziato dalla Ue, ma i lavori sono affidati a un’azienda cinese. Ennesimo affare sulla Via della seta balcanica

Confine fra la Croazia e la Bosnia Erzegovina nei pressi di Neum. REUTERS/Antonio Bronic

Al via i lavori per il ponte di Sabbioncello, che permetterà alla Croazia di aggirare l’istmo bosniaco che spezza la contiguità del Paese. Il progetto suscita malumori a Sarajevo. Sarà finanziato dalla Ue, ma i lavori sono affidati a un’azienda cinese. Ennesimo affare sulla Via della seta balcanica

Dopo anni di annunci, in Croazia sono finalmente iniziati i lavori per la costruzione del ponte di Sabbioncello (Pelješac), che prende il nome dall’omonima penisola, che si sviluppa in senso parallelo rispetto al litorale, nella parte meridionale di quest’ultimo. Il ponte permetterà alla Croazia di aggirare Neum, lo sbocco al mare della Bosnia Erzegovina, un istmo che spezza la contiguità territoriale della Croazia. Da lì occorre passare per recarsi a Dubrovnik e la sua riviera, di fatto una exclave croata. Il transito obbligato per le dogane bosniache causa a volte grossi imbuti di traffico, con ricadute negative sui tempi del commercio e sul turismo. Senza contare l’elemento politico-psicologico della faccenda: il senso di isolamento che Dubrovnik, grande meta turistica dell’Adriatico orientale, sconta dal resto del Paese. Talvolta questo stesso isolamento è stato usato come pretesto per ottenere sussidi dal governo centrale.

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