spot_img

È proprio necessaria una politica industriale?


In questa fase storica segnata da una competizione tra potenze, il ruolo dello Stato è destinato ad aumentare anche nel settore del mercato, a scapito della libera impresa

In questa fase storica segnata da una competizione tra potenze, il ruolo dello Stato è destinato ad aumentare anche nel settore del mercato, a scapito della libera impresa

L’Europa ha scoperto che il calcio è un settore strategico. I principali Governi del continente sono scesi in campo, scarpette con tacchetti, per difenderlo dalla Superlega: non era mai stata raggiunta un’unanimità del genere e così immediata in altri momenti di “crisi”. Persino la Brexit è finita in secondo piano: Macron e Johnson divisi dalla Manica ma dalla stessa parte del rettangolo. È questo il primo caso di intervento diretto, post-pandemia, degli Stati nell’economia (sì, il calcio è un pezzo rilevante dell’economia)? È il debutto sui grandi schermi della Nuova Politica Industriale con le maiuscole? Forse sì, forse no: di certo è un cartellino giallo, avvertimento forse non meritato.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

ARTICOLI CORRELATI

Le opportunità del Green Deal europeo

Il gas africano: luci e ombre

L'Europa diversa: politica e sport

rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo