Il jihadista più ricercato del Paese asiatico è stato ucciso. Santoso – conosciuto con il nome di battaglia Abu Wardah – è morto durante uno scontro a fuoco con la polizia indonesiana nella zona di Poso, nel Sulawesi centrale. Numero uno del gruppo terroristico East Indonesia Mujahidin (MIT), responsabile di numerosi attacchi terroristici dal 2012 a oggi, era stato il primo a giurare fedeltà al Califfo e, per questo, era diventato un punto di riferimento per gli estremisti di tutta l’area.
Santoso, che viveva da tempo nascosto nella foresta, era il principale obiettivo dell’Operazione Tinombala, dove hanno partecipato più di tremila uomini tra polizia ed esercito. Le ricerche erano state più difficili del previsto. La zona montagnosa e il possibile aiuto della popolazione locale, che in gran parte simpatizza per la sua organizzazione, infatti, non avevano favorito le truppe governative.
Nella serata di lunedì è arrivata la svolta. La polizia ha riferito che una delle persone uccise durante i combattimenti con i terroristi «assomiglia proprio a Abu Wardah». Inizialmente, il ricercato numero uno dell’Indonesia, sarebbe stato identificato in base ad un neo sulla fronte. Ma la notizia è stata definitivamente confermata da Luhut Binsar Pandjaitan, il ministro per gli affari politici, legali e di sicurezza del Paese. «Abbiamo la certezza che si tratta di Santoso», ha detto durante una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Giacarta. «Il riconoscimento è stato fatto grazie alle impronte digitali».
Per le forze di sicurezza indonesiane si tratta di uno dei maggiori successi nel contesto della lotta al terrorismo islamico. Ed è una grande vittoria per il presidente Joko Widodo, che ha fatto della sua cattura una delle priorità del governo che guida dall’ottobre del 2014. Ma non solo. Potrebbe anche essere un duro colpo per i jihadisti asiatici.
Intanto, però, le autorità del Paese hanno precisato che l’Operazione Tinombala non è conclusa. All’appello, infatti, mancano ancora diversi fondamentalisti islamici. Tra loro anche Basir, il numero due del MIT, che ora dovrebbe prendere la leadership del gruppo. Anche lui, secondo la polizia, si dovrebbe nascondere con i suoi fedelissimi nelle foreste di Poso.
Un altro super ricercato rimane Bahrum Naim, considerato dagli investigatori l’organizzatore dell’attacco che il 14 gennaio scorso ha sconvolto Giacarta. Ma non è chiaro se sia in Siria o in Indonesia. Sette anni fa gestiva un internet cafè a Solo, poi nel 2011 è stato arrestato per possesso illegale di armi e dopo tre anni passati in carcere è diventato uno dei leader degli estremisti del Paese.
Sembrerebbe che Bahrum Naim sia successivamente partito per unirsi ai miliziani dello Stato Islamico in Siria. E non si sa se sia rientrato in patria oppure no. Una cosa è certa: non molto tempo fa, su internet, era apparso un documento che incoraggiava le cellule indonesiane ad imitare gli attacchi di Parigi del novembre del 2015. Lo scritto portava proprio la sua firma.
@fabio_polese
Il jihadista più ricercato del Paese asiatico è stato ucciso. Santoso – conosciuto con il nome di battaglia Abu Wardah – è morto durante uno scontro a fuoco con la polizia indonesiana nella zona di Poso, nel Sulawesi centrale. Numero uno del gruppo terroristico East Indonesia Mujahidin (MIT), responsabile di numerosi attacchi terroristici dal 2012 a oggi, era stato il primo a giurare fedeltà al Califfo e, per questo, era diventato un punto di riferimento per gli estremisti di tutta l’area.
Santoso, che viveva da tempo nascosto nella foresta, era il principale obiettivo dell’Operazione Tinombala, dove hanno partecipato più di tremila uomini tra polizia ed esercito. Le ricerche erano state più difficili del previsto. La zona montagnosa e il possibile aiuto della popolazione locale, che in gran parte simpatizza per la sua organizzazione, infatti, non avevano favorito le truppe governative.