Il dietro-front improvviso della compagnia low cost irlandese è frutto dell’arrogante politica commerciale dei suoi vertici. Ma anche il sintomo di un’Ucraina che non riesce a liberarsi dello strapotere degli oligarchi.
«L’Ucraina non è ancora un posto sufficientemente maturo né affidabile dove fare affari e investire le preziose risorse aeree di Ryanair». Non ha usato mezzi termini il capo delle operazioni commerciali della compagnia aerea, David O’Brien, in un comunicato ufficiale comparso sul sito.
Secondo Ryanair, l’aeroporto di Kiev Boryspil non ha onorato gli accordi presi con la compagnia e il ministro ucraino delle infrastrutture, scegliendo di «proteggere le compagnie aeree con tariffe alte (compresa la Ukraine international airlines) e impedendo ai consumatori ucraini l’accesso alle tariffe più basse d’Europa».
Come risultato, Ryanair ha cancellato le quattro nuove rotte previste per Kiev oltre alle sette per Leopoli.
L’aeroporto di Leopoli – si legge sempre nel comunicato – è solo una «vittima della decisione dell’aeroporto di Kiev».
Ma come sono andate le cose?
Tutto gratis
Il quotidiano Economichna Pravda è riuscita a vedere le richieste di Ryanair all’aeroporto di Kiev Boryspil. Richieste che vanno dalla navigazione aerea gratuita ai banchi per i check-in gratis, dagli spazi pubblicitari gratis al ritiro bagagli gratis, dalle biglietterie gratis a un suolo gratis vicino l’aeroporto per costruire un hotel, dal 35% degli incassi del duty-free a una tassa di 7,5 dollari per passeggero per i primi quattro anni.
Il sospetto che Ryanair atterrasse a Kiev pensando di andare al mercato delle pulci è concreto. Ma non spiega tutto.
Il ministro per le infrastrutture, Volodymyr Omelian, ha detto chiaro e tondo che la scelta di Ryanair è una conseguenza delle resistenze di Ukraine international airlines, vettore monopolista nel Paese, di proprietà dell’oligarca Ihor Kolomoyskyi, che è anche azionista dell’aeroporto di Boryspil. La decisione, insomma, sarebbe stata solo volta a bloccare l’ingresso nei cieli ucraini di Ryanair per proteggere gli interessi di Kolomoyskyi e soci. Mente l’aeroporto di Kiev mandava tutto all’aria, quello di Leopoli «firmava un contratto con Ryanair assolutamente lucrativo, alle stesse condizioni offerte a Boryspil», ha aggiunto Omelian. Questo non ha comunque fermato Ryanair dall’abbandonare anche Leopoli e tutta l’Ucraina e «trasferire le proprie risorse in mercati più competitivi, come la Germania, Israele e la Polonia», conclude il comunicato della compagnia aerea.
La medicina contro la corruzione
Come al suo solito, quella della compagnia low cost è una pura spacconata, quantomeno retorica.
Il direttore dell’aeroporto di Kiev, Pavlo Ryabikin, si è difeso dicendo che «le richieste di Ryanair avrebbero comportato una perdita annua per Boryspil di due miliardi di hryvnia. Cosa che spiegherebbe la chiusura dei negoziati a maggio anche con il secondo aeroporto di Kiev, Zhuliany, di proprietà del comune.
Da un altro punto di vista, l’esperto della Ukrainian logistical alliance, Artur Vinikov-Proshchenko, ha suggerito al sito Ukrinform che le prevendite dei biglietti sono state di molto inferiori alle aspettative. Ryanair potrebbe non aver ritenuto l’Ucraina un mercato profittevole.
La scelta di Ryanair sarà certamente in linea con la propria politica commerciale prepotente e arrogante. Ma è altrettanto in linea con un Paese in mano agli oligarchi, in cui le riforme sono allo stallo, la corruzione continua a essere onnipresente e gli investimenti esteri di fatto inesistenti.
Non a caso, le reazioni degli ucraini sui social sono state furiose non nei confronti della low cost ma verso la Ukrainian.
L’ingresso della Ryanair nei cieli ucraini ha soprattutto un’enorme importanza simbolica, essendo percepita come il vero collegamento con l’Europa. Ora che l’Ue ha liberalizzato i visti, è la mancanza di soldi a impedire alla maggioranza di ucraini di poter viaggiare in Europa. Le tariffe della low cost irlandese erano quello che ci voleva.
Il primo ministro Groysman ha detto che i negoziati riprenderanno. Ma se anche Ryanair dovesse un giorno ritornare sui propri passi senza che il Paese cambi, sarebbe per l’Ucraina come ingoiare la ricetta al posto delle medicine.
@daniloeliatweet
Il dietro-front improvviso della compagnia low cost irlandese è frutto dell’arrogante politica commerciale dei suoi vertici. Ma anche il sintomo di un’Ucraina che non riesce a liberarsi dello strapotere degli oligarchi.