Nella sua lectio magistralis all’Università Cattolica, la Presidente della Commissione europea sottolinea l’importanza delle nuove generazioni ma non nasconde il dramma della disoccupazione giovanile
Chissà, forse l’aver accettato da parte di Ursula von der Leyen l’invito di una lectio magistralis per i cent’anni dell’Università Cattolica di Milano è anche un’indiretta “riparazione” rispetto alla recente gaffe del tentativo di cancellare il Natale da parte della Commissaria all’Inclusione Helena Dalli.
Non sono mancati i segnali di distensione anche nei confronti del Governo di Mario Draghi dopo le polemiche create dalla decisione di “alzare i ponti levatoi” nei confronti di chi entra in Italia dal resto d’Europa per arginare la variante Omicron e sfruttare il “vantaggio” del nostro Paese. “Grazie alla solidarietà europea e alla capacità dell’Italia di gestire efficacemente la pandemia, l’economia italiana sta crescendo più in fretta che in qualunque altro momento dall’inizio di questo secolo”, ha detto la Presidente della Commissione europea. Il Pil italiano, ha pronosticato, ritornerà ai livelli pre-crisi già entro la metà del prossimo anno. Gli ordinativi sono in crescita e le imprese sono alla ricerca di personale. “Negli ultimi anni non ci sono mai state così tante offerte di lavoro”.
Ma il cuore della sua lectio è stato il riferimento ai giovani. Parole che echeggiavano quelle di Papa Francesco nel suo messaggio inviato all’ateneo fondato da padre Agostino Gemelli. Non prive di un amaro realismo. “Troppi giovani rimangono ancora disoccupati”, ha ammesso la Presidente von der Leyen. “In questi mesi di ripresa economica, l’occupazione giovanile sta crescendo più lentamente rispetto quella delle altre fasce d’età. È ora di cambiare le cose. Voglio un’economia che funzioni per i giovani come voi. Un’economia che corrisponda alle vostre attese”.
Una nuova generazione di leader si sta formando negli atenei di tutta Europa, la nuova generazione cui Ursula von der Leyen (lei che ha affrontato tre corsi di studi, da Archeologia a Economia, presso la London School of Economics, fino alla laurea in Medicina) affida l’Europa. “È la generazione che darà forma all’Italia del dopo-pandemia. Quella generazione siete voi, studenti e studentesse che mi ascoltate oggi. Tra non molti anni sarete giovani professionisti e professioniste con idee ed energie nuove. Il futuro è nelle vostre mani. Il futuro è della prossima generazione di europei. E questo mi riempie di fiducia. Nonostante l’incombere della quarta ondata della pandemia e le incertezze che dobbiamo ancora affrontare”. Un punto centrale: l’entusiasmo giovanile, nonostante lo sconforto comprensibile di chi non ha ancora trovato la propria strada (ma la troverà certamente), come energia per costruire il futuro del Paese e dell’Europa dopo la pandemia. Dopo lo sforzo in prima linea dei sanitari, il testimone passerà a loro.
Nella sua lectio magistralis all’Università Cattolica, la Presidente della Commissione europea sottolinea l’importanza delle nuove generazioni ma non nasconde il dramma della disoccupazione giovanile