In Venezuela si sono tenute le elezioni per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale, che torna sotto il controllo del Presidente. Dubbi sul futuro di Guaidó
In Venezuela si sono tenute le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, che torna sotto il controllo del Presidente. Dubbi sul futuro di Guaidó
Il Grande Polo Patriottico, coalizione di sinistra della quale fa parte anche il Partito Socialista Unito del Venezuela afferente al Presidente Nicolás Maduro, vince le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale. L’organo istituzionale aveva una maggioranza di segno opposto a quella del Presidente, ma la spaccatura tra i vari partiti dell’opposizione guidata da Juan Guaidó ha portato a prevalere i filo-governativi.
Cifre basse di partecipazione al voto. Solo il 31% degli aventi diritto è andato alle urne, una chiara sconfitta per il Governo che— hanno spiegato a eastwest alcune fonti nel Paese — nel corso della campagna elettorale ha spinto le fasce di popolazione più in difficoltà a recarsi ai seggi, nella speranza che si verificasse un’esibizione politica muscolare, non pervenuta.
La divisione nell’opposizione
Il fronte anti-Maduro non è stato capace di trovare l’unità d’intenti per affrontare il rinnovo del Parlamento, tanto che uno dei blocchi d’opposizione ha partecipato alle elezioni nonostante la richiesta di boicottaggio totale, conquistando il 18% dei consensi. La divisione ha avvantaggiato le forze leali al leader venezuelano, mettendo in ombra la figura di Guaidó, che del Parlamento è stato Presidente.
A gennaio, nel corso della votazione per la nomina del nuovo speaker, il capo dell’opposizione — che nel 2019 ha assunto il ruolo di Presidente ad interim del Venezuela — perse la possibilità di proseguire con l’incarico. In seguito alla mossa politica del partito di Maduro, che ha sfruttato una frattura nel movimento Primeiro Justicia, il Psuv appoggiò Luis Parra — espulso dal fronte d’opposizione — portando i voti verso quello che prima era un avversario del successore di Chávez. L’elezione a Presidente di Parra è stata agevolata anche dal blocco imposto dalla Guardia Nazionale Bolivariana all’accesso di numerosi membri del parlamento alla votazione.
Ma la polemica attorno alla gestione della strategia dell’opposizione guidata da Guaidó — riconosciuto da oltre 50 Paesi come Presidente ad interim — ha colpito duramente l’azione del blocco avverso a Maduro. La scorsa settimana la rappresentante diplomatica di Guaidó nel Regno Unito, Vanessa Neumann, si è dimessa a causa dell’incertezza di numerosi partiti d’opposizione intorno alla figura del Presidente ad interim, sottolineando i suoi stessi dubbi sull’operato di Guaidó.
Le reazioni internazionali
Il Ministero degli Esteri britannico ha affermato che Londra non riconoscerà le elezioni dell’Assemblea Nazionale, non essendo state tenute “in condizioni internazionalmente accettabili, così come affermato dal Gruppo di Contatto per il Venezuela, dall’Organizzazione degli Stati Americani, dall’Unione europea”. Il Segretario di Stato Mike Pompeoha scritto che gli Stati Uniti “condannano le elezioni legislative illecite e fraudolente del regime di Maduro. Chiediamo che tutte le nazioni rifiutino questo voto fasullo”.
In Venezuela si sono tenute le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, che torna sotto il controllo del Presidente. Dubbi sul futuro di Guaidó
Il Grande Polo Patriottico, coalizione di sinistra della quale fa parte anche il Partito Socialista Unito del Venezuela afferente al Presidente Nicolás Maduro, vince le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale. L’organo istituzionale aveva una maggioranza di segno opposto a quella del Presidente, ma la spaccatura tra i vari partiti dell’opposizione guidata da Juan Guaidó ha portato a prevalere i filo-governativi.
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