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Turchia, la rivincita del Jinn


Turchia: Santa Sofia è stata riconvertita in moschea. Il Consiglio di Stato si piega al volere del Sultano e dichiara che la moschea è ancora proprietà di Mehmet il Conquistatore. All'interno podcast di Giuseppe Scognamiglio

Istanbul non ha un simbolo, non vi è in questa città una Tour, un Bridge o una Statue che la identifichi. Come il popolo che la abita ha mille volti, Istanbul ha mille simboli: la Torre Galata, che racconta degli accordi commerciali che l’hanno resa cuore del Mediterraneo; i ponti sul Bosforo, che collegano Europa e Asia; le statue di Atatürk, disseminate ovunque, che ricordano chi e su quali principi ha fondato la Repubblica. Tuttavia, chiunque viaggi verso Istanbul non può fare a meno di visitare Ayasofya.

Basilica bizantina dedicata alla Santa Saggezza (Hagia Sophia) e costruita (532-537) per volere di Giustiniano sulle spoglie di precedenti chiese, saccheggiata e profanata dai Latini della Quarta Crociata, alla conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453 divenne proprietà del Sultano Mehmet, il Conquistatore che ne affidò la gestione a una fondazione religiosa e ne ordinò l’immediata conversione all’Islam. Si racconta che per rispettare questa decisione del Conquistatore, un Jinn, facendo forza sulle colonne della Basilica (tanto che l’impronta del suo dito è ancora visibile ai turisti odierni), ne cambiò l’orientamento sull’asse terrestre, affinché potesse essere rivolta verso la Mecca.

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