Corea del Nord: Kim Jong-un rompe con la Corea del Sud sospendendo i collegamenti diretti. Risponde il Presidente Moon Jae-in: tornate al dialogo
Nella giornata di lunedì, in occasione del ventesimo anniversario del primo incontro di alto livello tra Corea del Nord e Corea del Sud, il Presidente Moon Jae-inha chiesto a Kim Jong-un di rivedere l’improvvisa decisione della scorsa settimana di sospendere i collegamenti telefonici che mantengono le relazioni Pyongyang-Seul. La mossa della nomenclatura della Repubblica Popolare arriva in un momento di stallo nelle relazioni sia con gli Stati Uniti che verso la Corea del Sud e lascia, al momento, pochi margini di manovra per la diplomazia.
I Governi di Corea del Nord e del Sud, fino al momento della decisione del taglio delle comunicazioni, dialogavano attraverso canali specifici quali l’hotline intra-militare, la linea diretta generale di Corea e quella tra l’ufficio presidenziale di Seul e il Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori di Corea. Secondo alcune indiscrezioni, l’ordine di stop alle linee sarebbe arrivato direttamente dalla sorella di Kim, Yo-jong, che nelle scorse settimane era data come sicura favorita alla successione, alla morte — da alcuni analisti comunicata erroneamente per certa — dell’attuale leader.
Da Pyongyang sono, inoltre, arrivate provocazioni dirette a Seul proprio tramite Kim Yo-jong, secondo la quale l’esercito nordcoreano ha ricevuto specifiche per intraprendere ogni misura necessaria contro la Corea del Sud. D’altro canto, le minacce sarebbero rimaste tali: l’esercito di Seul, che monitora le attività del nord, non ha rilevato nessun tipo di azione inusuale. John Supple, portavoce del Pentagono, raggiunto dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap ha dichiarato che gli Stati Uniti continueranno a proteggere gli alleati del sud.
Dietro la scelta di Pyongyang si può leggere la volontà di massima pressione contro Washington: Donald Trump, fin dall’inizio del suo mandato, ha giocato la carta nordcoreana, con varie iniziative intraprese per riportare al tavolo delle trattative Kim Jong-un. Nonostante i parziali successi, lo stallo rimane pressoché totale. In parallelo, il Presidente Moon è legato politicamente agli esiti del dialogo con il nord, avendo lui stesso espresso la volontà di riallacciare i rapporti con Pyongyang.
Moon nel 2018 firmò, insieme a Kim, la dichiarazione per la completa denuclearizzazione delle penisola coreana, così come la cessazione di tutti gli atti ostili. Secondo fonti di stampa, Moon avrebbe detto ad alcuni suoi consiglieri che Kim non può infrangere le promesse fatte a 80 milioni di cittadini. “Il mio impegno per trovare il consenso della comunità internazionale continua. Speriamo che la Corea del Nord apra la porta per il dialogo”.
Nella giornata di lunedì, in occasione del ventesimo anniversario del primo incontro di alto livello tra Corea del Nord e Corea del Sud, il Presidente Moon Jae-inha chiesto a Kim Jong-un di rivedere l’improvvisa decisione della scorsa settimana di sospendere i collegamenti telefonici che mantengono le relazioni Pyongyang-Seul. La mossa della nomenclatura della Repubblica Popolare arriva in un momento di stallo nelle relazioni sia con gli Stati Uniti che verso la Corea del Sud e lascia, al momento, pochi margini di manovra per la diplomazia.
I Governi di Corea del Nord e del Sud, fino al momento della decisione del taglio delle comunicazioni, dialogavano attraverso canali specifici quali l’hotline intra-militare, la linea diretta generale di Corea e quella tra l’ufficio presidenziale di Seul e il Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori di Corea. Secondo alcune indiscrezioni, l’ordine di stop alle linee sarebbe arrivato direttamente dalla sorella di Kim, Yo-jong, che nelle scorse settimane era data come sicura favorita alla successione, alla morte — da alcuni analisti comunicata erroneamente per certa — dell’attuale leader.
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