Le relazioni fra studenti e professori sono illegali in Cina. Il boicottaggio del cotone del Xinjiang danneggia la Cina: quanto c’è di vero?
Le relazioni fra studenti e professori sono illegali in Cina
FALSO
Pechino sta considerando per la prima volta di varare una legge che renda illegali le relazioni intime fra studenti e insegnanti – non solo professori universitari ma anche insegnanti delle elementari e del liceo. Al momento, le relazioni sessuali sono reputate “consenzienti” dopo i 14 anni, ma la proposta di legge renderebbe illegali le relazioni fra studenti e insegnanti anche se lo studente ha 14 anni. La proposta, ancora in discussione, fa parte di una serie di leggi che potrebbero essere approvate il prossimo anno per eliminare quella che è stata descritta dalla stampa nazionale come una “epidemia di molestie sessuali” di cui sono vittime particolarmente le donne e le ragazze.
Le tensioni fra Cina e Usa non saranno eliminate dall’amministrazione Biden
VERO
La nuova amministrazione Usa vuole affrontare le questioni che coinvolgono la Cina in maniera più frammentaria – un approccio à la carte per cooperare o competere a seconda delle tematiche da trattare. La speranza di Washington è che ci possa essere cooperazione sulle politiche ecologiche (per ora molto scarsa) per fronteggiare il cambiamento climatico, un tema in cui esistono interessi comuni. Ma come a sottolineare che la nuova amministrazione non diminuirà la pressione su Pechino rispetto a quella Trump, ecco che Biden ha inviato John Kerry a Shanghai, per discutere di clima, e una delegazione a Taipei per innalzare il livello dei contatti con l’isola autogovernata ma rivendicata dalla Cina. La diffidenza cinese è assicurata.
Il boicottaggio del cotone del Xinjiang danneggia la Cina
FALSO
Crescono i motivi di discordia fra la Cina e il resto del mondo, e aumenta il numero di aziende che devono decidere se essere presenti in Cina, o altrove, in particolare nei Paesi democratici. Lo si vede con la decisione di diversi marchi internazionali di rassicurare la loro clientela occidentale dichiarando di non voler più utilizzare cotone proveniente dal Xinjiang, dopo che le associazioni dei diritti umani hanno documentato che questo sia raccolto anche da prigionieri uiguri. Una campagna propagandistica cinese sta portando i consumatori cinesi a preferire un consumo “patriottico” che premia le aziende nazionali, che dichiarano di usare solo cotone del Xinjiang. Le vendite di Anta e Li Ning, produttori di abbigliamento sportivo, sono cresciute del 20 e del 23% rispettivamente.
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di maggio/giugno di eastwest.