L’anno che verrà
Pandemia, Europa, energia, Stati Uniti e Hong Kong: tutti gli scenari che più caratterizzeranno il nuovo anno. La Prima Pagina del nuovo numero
Pandemia, Europa, energia, Stati Uniti e Hong Kong: tutti gli scenari che più caratterizzeranno il nuovo anno. La Prima Pagina del nuovo numero
Come fanno tutti, anche noi di eastwest proviamo ogni gennaio a sintetizzare gli scenari che più caratterizzeranno il nostro nuovo anno:
- La pandemia sta forse finalmente terminando il suo corso. L’abbiamo scritto più volte, confortati da pareri scientifici, che purtroppo non si sono rivelati esatti. Dovevano bastare 1 miliardo di persone vaccinate, oggi ne sono 5, ma il virus è sempre tra noi. La ripresa dei contagi, unita a un contenuto rialzo di ricoveri e decessi, finora nei limiti del gestibile, lascia presagire che il 2022 ci consegnerà un mondo con contagi ancora diffusi ma non più una pandemia incontrollabile. Resta l’obiettivo di una efficace campagna vaccinale nei Paesi in via di sviluppo, elemento chiave per ridurre il terribile Covid-19 nel novero delle influenze ordinarie. Siamo ormai tutti d’accordo sulla inadeguatezza che l’Oms ha mostrato in questi due anni, per non aver prima saputo prevenire la pandemia e poi non averla nemmeno gestita efficacemente. Abbiamo più volte sostenuto che ci aspettiamo però che l’Organizzazione di Ginevra venga rafforzata e rilanciata, perché ci siamo resi conto della necessità di una regia globale unica per poter fronteggiare fenomeni globali come il Covid. In questi giorni, stiamo assistendo all’ultima manifestazione della inefficienza clamorosa dell’Oms: all’emergenza sanitaria, infatti, si sta aggiungendo un collasso regolamentare. Tutti gli Stati nazionali si proteggono erigendo barriere regolamentari inutili, di fatto non riconoscendo documentazioni e vaccini di altri Paesi, limitando ulteriormente la mobilità delle persone, con modalità e normative completamente diverse da paese a paese, senza che Ginevra, appunto, riesca a svolgere quel minimo ruolo di coordinamento che tutti le richiederemmo. Il risultato è una complicazione esponenziale delle nostre vite, già perseguitate dal virus.
- Chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti? Il 2022 non è un anno decisivo, ma qualcosa accadrà, avremo alcune risposte, che incideranno sulla futura leadership: a) la stella di Trump tramonterà definitivamente e restituirà libertà di azione ai Repubblicani? Forse sì, ma non sarà un processo indolore, perché Donald proverà fino all’ultimo a ritrovare protagonismo con i suoi metodi poco ortodossi; b) i democratici, dal canto loro, avevano già deciso di non puntare sull’anziano Biden per una rielezione, riservando più di una speranza sull’affermazione della vice Presidente Kamala Harris, figura emergente nel panorama politico americano. Tuttavia, una serie di gaffe e alcuni isterismi trapelati nel rapporto con il suo staff tradiscono una inconsistenza insospettabile, che la sta facendo precipitare nei sondaggi. Emergerà quest’anno un nuovo leader? Gli establishment repubblicano e democratico hanno cominciato la ricerca.
- In Europa, mentre si festeggia il 20ennale dell’introduzione dell’euro (fui protagonista di quei giorni burrascosi, da chief of staff del Ministro degli Esteri Ruggiero, che litigava furiosamente con il Presidente Berlusconi e con i suoi Ministri euroscettici), si riassettano nuovi equilibri. In Germania, si è appena insediato il nuovo Cancelliere Scholz che, pur essendo socialdemocratico, sembra più merkeliano del nuovo leader della Cdu, Merz. Si spera che possa avere più coraggio di Angela nella spinta verso un’Europa federale, cogliendo l’occasione di un Napoleone europeista a Parigi, se verrà riconfermato dal voto di primavera, e della competenza di SuperMario a Roma, se riuscirà l'”operazione Quirinale”. Se l’ascesa di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica venisse coronata da successo, sancirebbe definitivamente la trasformazione della nostra Costituzione materiale, traghettando il sistema istituzionale verso una versione presidenzialista.
- Il costo dell’energia sta aumentando in tutto il mondo, per una serie di motivi, ma forse soprattutto per finanziare la transizione ecologica verso energie pulite. In Italia, l’aumento del 61% del gas e del 45% dell’elettricità impatterà sulle famiglie italiane per 1200 euro in più all’anno, secondo Nomisma, costringendo il Governo a intervenire in soccorso, anche per contenere le inevitabili conseguenze inflazionistiche. Bisognerà cercare di limitare i danni. In Europa, possiamo farlo con un intervento strutturale di politiche europee energetiche e monetarie, in sostituzione di quelle nazionali, decisamente meno efficaci.
- Infine, teniamo sotto controllo Hong Kong. È la cartina di tornasole di quanta libertà Pechino sarà disposta a tollerare. E di quanto dunque la Cina di Xi possa davvero imporsi come concorrente degli Stati Uniti, nel modello di vita e di convivenza civile. Senza libertà a Hong Kong, Washington ha già vinto prima di cominciare.
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